Di Mauro: ”Bene apertura della Lega ai movimenti, a condizione che ci siano convergenze politiche chiare per lo sviluppo dei siciliani e delle autonomie”.
Roberto Di Mauro,Vicepresidente vicario dell’Ars, guarda con interesse alle aperture della Lega e nella fattispecie del Commissario Candiani e dell’On. Minardo, sull’apertura del partito ai movimenti territoriali sulla base di un patto federativo.
“Leggo con attenzione la linea aperturista della Lega attraverso le parole di Candiani e Minardo per stipulare patti federativi con movimenti autonomisti e regionali che hanno come background intese politiche che spingono alla crescita della Sicilia e delle autonomie locali, in una logica che vede un partito nazionale la Lega assecondare i legittimi interessi dei territori e dei cittadini attraverso politiche settorializzate che mettono al centro le reali esigenze di ripartenza economica e sociale che abbiano come fine ultimo la crescita del popolo siciliano. Siamo stati antesignani nel 2006 di un percorso tra la Lega e Movimento per le autonomie che individuava nella fiscalità di vantaggio, nel federalismo fiscale e nella realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina gli obiettivi prioritari per il rilancio del mezzogiorno. Apriremo un confronto sulle politiche migratorie e sugli strumenti idonei a ridurre il divario tra nord e sud. Oggi più che mai attuali dopo gli ultimi avvenimenti del Covid – 19 che non lascia presagire un’immediata ripresa economica per la Sicilia, occorre avviare un confronto per individuare i percorsi più idonei. Restiamo convinti che l’autonomia, il decentramento amministrativo e fiscale hanno senso se sono appoggiati non solo da forze territoriali ma anche nazionali e la Lega pur essendo un partito nazionale ha avuto nel suo dna fondativo la centralità dei territori e delle comunità locali. Per questo anche in vista delle prossime amministrative in Sicilia ci possono essere punti di incontro con i movimenti di base, territoriali e autonomisti a condizione che l’accordo politico sia dettato da regole condivise e da linee programmatiche frutto di una concretezza politica. Non ci interessano logiche algebriche o di sommatorie elettorali, ma un progetto di sviluppo che inverta la tendenza ultrasecolare post unitaria che ci ha relegato al ruolo di mercato di consumo e di produttori di manodopera.”
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