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Home » L’angolo di don Diego » Guardando ad Assisi ed alla nostra situazione  con il sogno di un umanesimo fraterno

Guardando ad Assisi ed alla nostra situazione  con il sogno di un umanesimo fraterno

Redazione Di Diego Acquisto
4 Febbraio 2020
in L’angolo di don Diego
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Guardando ad Assisi ed alla nostra situazione  con il sogno di un umanesimo fraterno.

Parole forti ed incisive quelle di padre Mauro Gambetti, Custode del Sacro Convento  che ha parlato del  sogno di un umanesimo fraterno, a conclusione di un incontro promosso dall’Associazione Symbola che  si è svolto ad Assisi e che si è concluso nei giorni scorsi con la promulgazione di un Manifesto.

Le parole del Custode del Sacro Convento Gambetti a conclusione del Convegno ci fanno capire il senso ed il clima in cui si sono svolti i lavori. Ecco testualmente : “Se per crescere e sviluppare dobbiamo inquinare, non è sviluppo, non è crescita, è imbarbarimento. Se per arricchirci dobbiamo creare più disuguaglianza, non è arricchimento. è disonestà”.

Battuta cruda e davvero inusuale l’ultima  quella sulle diseguaglianze, sicuramente per dire a tutti che il popolo non ne può proprio più dei bla-bla-bla, perché davvero è stato superato ogni limite.

Battuta che quasi sicuramente poi scaturisce  dalla situazione italiana, dove anche le ultime statistiche, se hanno certificato una qualche limitata riduzione del numero dei poveri per il reddito di cittadinanza, nulla di positivo invece per quanto riguarda le diseguaglianze che risultano niente affatto ridotte, anzi pare proprio che anche con questo governo cosiddetto giallo-rosso le spinta in crescita comunque continui.

Inoltre sempre in riferimento alle parole del Padre francescano, Custode del Sacro Convento in cui riposano le spoglie  mortali del poverello d’Assisi, credo proprio che non potessero essere usate parole più dure e più chiare per fotografare la situazione. E  ciò anche in vista del prossimo Convegno di Marzo voluto da Papa Francesco, per tentare di avviare, con i maggiori esperti tra gli economisti dei cinque continenti, un nuovo tipo di economia che abbia al centro non il “dio-denaro” ma l’uomo, per un’economia a misura d’uomo e d’ambiente.

Intanto la situazione in Italia è quella che è, anche se il recente  voto  in Emilia Romagna e Calabria non ha provocato quell’effetto che a Palazzo Chigi si temeva di più.

Sarebbe errato un ottimismo esagerato,  soprattutto perché, a parte il fatto che comunque non è di poco conto che  nelle zone più povere  delle regione tradizionalmente rossa sia prevalsa la Lega. A conti fatti la differenza il Pd, è risultato sì il primo partito con il 34,7% dei consensi e 744mila voti, metre il principale competitor, cioè la Lega è subito dietro, con il 32% e 685mila voti.

I numeri spesso, specie ai nostri giorni, parlano sempre più chiaro delle parole. E perciò il clima politico  continua ad essere  instabile ed inquieto, con ripercussione anche dalle nostre parti in Sicilia ed in provincia d Agrigento in particolare. Dove proprio qualche giorno fa’ si è svolta una marcia di protesta molto partecipata e sentita per le tante, troppe lentezze e problemi, su cui anche la Chiesa Agrigentina non ha esitato ufficialmente a metterci la faccia al massimo livello.

Mentre continua senza sosta  lo spopolamento dei nostri paesi per la partenza dei giovani in cerca di lavoro. Ed a chi scrive questa nota è capitato, quasi per caso, – vedi un po’ – di  leggere una lettera aperta proprio di un parroco di Agrigento che nel 1965, quando c’erano i primi sintomi della crisi morale prima che politica dei Partito a cominciare dalla DC, che ancora oscillava tra il 30 ed il 35 per cento,  e che comunque, anche lei,  faceva emergere chiari sintomi di crisi etica, scriveva: “La DC troverà la sua tomba nella corruzione dilagante….”, ed ancora sempre rivolgendosi a tutti e soprattutto alla DC, “ Si organizzi anzitutto, la campagna contro i tanti, e sono moltissimi, giovani invecchiati dall’arrivismo e dal carrierismo…..Si organizzi una crociata per la moralizzazione  della vita politica della DC e, per riflesso, di quella italiana….Occorre con urgenza la riforma interiore principalmente nelle alte sfere…”.

Così P. Giuseppe Sorrento, parroco agrigentino nel 1965…..

Un monito da accogliere ed adattare all’attuale situazione, dove in  tanti paesi una classe politica scelta a furor di popolo desideroso di cambiamento, sta provocando e continua a provocare danni ed amare delusioni.

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