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Home » Sanità » E’ fuga di medici dal reparto di cardiologia dell’ospedale San Giacomo d’Altopasso di Licata

E’ fuga di medici dal reparto di cardiologia dell’ospedale San Giacomo d’Altopasso di Licata

Redazione web Di Redazione web
25 Dicembre 2018
in Sanità
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Tre sanitari sono andati via, assumendo incarichi in altri nosocomi, negli ultimi due mesi, così nel reparto sono rimasti solo tre medici in servizio, compreso il responsabile della divisione. Una situazione che crea non pochi problemi. L’assistenza sanitaria ai pazienti, come sempre, viene garantita correttamente, ma a costo di sacrifici da parte dei sanitari in servizio e del primario Angelo Cutaia. Considerato che sono rimasti solo in tre, infatti, i turni non possono essere programmati. L’Asp sopperisce alle carenze di organico con le cosiddette “prestazioni aggiuntive”, cardiologi che arrivano da altri ospedali e prestano servizio di notte, ed in qualche caso di pomeriggio, ma è chiaro che il problema rimane. Tra l’altro la Cardiologia è un reparto che opera moltissimo sulle urgenze quindi non è raro che dei pazienti debbano essere trasferiti subito ad Agrigento, o in altri ospedali, ed il medico deve essere presente sull’autoambulanza. E se il medico accompagna il paziente nelle altre strutture sanitarie, non può trovarsi contemporaneamente in reparto. In più i tre medici di Cardiologia garantiscono il laboratorio, per le visite ai pazienti esterni che è aperto ogni giorno della settimana. Dal mese di febbraio scorso, Angelo Cutaia è il primario del reparto di Cardiologia del San Giacomo d’Altopasso di Licata. Il medico, che proviene dal San Giovanni di Dio di Agrigento dove faceva l’aiuto, ha preso il posto di Ennio Ciotta trasferito all’ospedale di Sciacca. “Dall’Asp ci hanno informato – aggiunge il primario – che a breve il reparto sarà dotato di un nuovo ecografo di ultima generazione, attrezzatura fondamentale per potenziare l’offerta sanitaria garantita agli utenti. Ciò che, in un ospedale come il nostro è necessario fare – aggiunge Cutaia – è una diagnosi precisa, urgente, non appena il paziente arriva in reparto. Superato il momento acuto, però, è fondamentale seguire il paziente cardiopatico, prendersi cura di lui durante le fasi successive della sua vita. Il paziente deve sapere che il reparto di Cardiologia è per lui un sicuro punto di riferimento”. Grazie all’ecografo nella Cardiologia del presidio licatese “sarà possibile – aggiunge il neo primario – avviare la diagnostica transesofagea ed affinare quella per le cardiopatie ischemiche”. In cardiologia a Licata ci sono, attualmente, 8 posti letto e sono tutti aperti gli ambulatori nei quali, in day hospital, vengono eseguite le prove da sforzo, i controlli dei pacemaker, gli holter e tutti i servizi che già vengono garantiti. “Ciò che vogliamo fare – aggiunge Cutaia – è riorganizzare gli ambulatori per evitare affollamenti. Aumenteremo l’offerta grazie a giornate dedicate”. Ma per fare tutto ciò è necessario ed urgente ripristinare l’organico. Intanto si registra anche la chiusura dell’ambulatorio di psicogeriatria. Lo ha annunciato la Cgil. “Tale situazione – spiega in una nota il sindacato dei pensionari Spi – scaturisce da un’estrema e cronica carenza di personale. Infatti, malgrado tale unità eroghi più di 4800 prestazioni annue, il personale sanitario è ridotto a 3 unità mediche (tra cui il direttore) per 4 ambulatori territoriali e 2 centri diurni (strutture di semi residenzialità), a fronte di un’utenza in continuo aumento e con svariati bisogno socio sanitari. A fronte di questa situazione, già precaria e sicuramente inadeguata, dal mese di maggio, a seguito di disposizione della direzione aziendale, è stata sottratta una unità specialistica (Neurologo), figura professionale indispensabile per tale servizio e che, tra l’altro, copriva anche l’ambulatorio di Licata”.

Paolo Picone

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