AgrigentoOggi
  • L’angolo di don Diego
  • Editoriali
  • Valle dei Templi
  • Turismo
  • Scuola
  • Cinema
  • Cultura
  • Calcio
No Result
View All Result
  • L’angolo di don Diego
  • Editoriali
  • Valle dei Templi
  • Turismo
  • Scuola
  • Cinema
  • Cultura
  • Calcio
No Result
View All Result
AgrigentoOggi
No Result
View All Result

Home » L’angolo di don Diego » 15 maggio: festa dell’Autonomia siciliana

15 maggio: festa dell’Autonomia siciliana

Di Diego Acquisto
15 Maggio 2023
in L’angolo di don Diego
Share on FacebookShare on Twitter

15 maggio: festa  dell’Autonomia siciliana.

Festa o non festa, comunque per la Sicilia una ricorrenza storica assai significativa, giudicata subito nel 1946  una conquista, dato che per questa nostra isola ci si proponeva di attuare una particolare forma di governo, proprio  adatta al nostro territorio, con possibilità autonoma di potere favorirne meglio il progresso e lo sviluppo, con decisioni appropriate sull’utilizzo delle sue risorse, unitamente a quelle che, provenienti dall’esterno,  si sarebbero aggiunte, come avvenuto.A distanza di 77 anni  da quel 15 maggio 1946,  quando venne firmato l’atto costituzionale  che riconosceva alla regione Siciliana lo status di Regione a Statuto speciale, c’è veramente da interrogarsi sul senso e valore di questo strumento politico. Strumento che  aveva tanto  acceso gli animi di tanta  speranza, mentre adesso in ogni ricorrenza  se  ne sottolinea la mancata applicazione. E pertanto c’è chi   ne chiede il pieno riconoscimento dello Statuto,  e chi, invece, al contrario  lo addita come causa dei mali Siciliani, chiedendone l’abolizione. Una discussione, in cui con sfumature di verse, si confrontano pareri diversi tra chi propende  per l’abolizione, e chi invece chiede di   rafforzarlo ed attuarlo con impegno,   come ci si proponeva  in origine, e  comunque anzitutto  riconoscerlo come una conquista,  anche  modificandolo  ed adattandolo alla nuova situazione italiana ed europea.

Ricordiamo che il 15 maggio non fu una data  scelta a caso, ma di proposito, perché era  il giorno, allora nel 1946, del 55° anniversario della famosa enciclica  Rerum Novarum del 1991 di Papa Leone XIII. Enciclica  che diede  tanta  grinta e tanto coraggio tutti,  nel  vivo allora, della problematica sulla “questione sociale”, quando sembrava che secondo il messaggio marxista l’unica soluzione possibile fosse solo quella della  “lotta di classe”.

Allora, in quella situazione storica e culturale,  la parola ferma e lungimirante  di Papa Leone XIII, che  con la   Rerum Novarum, indicava un nuovo percorso, partendo anzitutto della dignità del lavoratore e quindi della necessità, non della lotta, ma  della collaborazione tra le classi, perché  scriveva che “il capitale ha bisogno del lavoro ed il lavoro ha bisogno del capitale”.

Rintonando alla data di oggi, non possiamo trascurare quello che i Vescovi Siciliani, collegialmente, nel Documento che ha come  titolo il versetto biblico in cui il  profeta Isaia  per Gerusalemme  s dice “Finché non sorga come stella la sua giustizia….non tecerò…non mi darò pace”, E nella Gerusalemme di cui parlava il profeta, i Vescovi vedevano la Sicilia del 1996  quando ricorreva il 50° anniversario dello STATUTO della Regione Siciliana, scrivendo:   “…..non c’è molto … se non  proprio nulla da festeggiare”.

Ed il card. Salvatore Pappalardo, di venerata memoria,  allora presidente della CESi, presentando ufficialmente quel documento, parlava di “una sofferta constatazione….. a cui.., – a suo giudizio, nel 1996, era – giunta in Sicilia ….cioè un preoccupante livello al negativo”.

Credo che oggi su questo bisogna riflettere. La scelta del versetto di Isaia come titolo di quel documento, evidenziava l’indicazione dei Vescovi a voler superare la cultura del fatalismo e della rassegnazione, per far crescere quella dell’impegno e della creatività. Un’indicazione valida ieri e ancor più oggi, perché il cristiano si muove nella storia, e nella storia deve incarnare la sua fede. Abbiamo avuto forse troppi  “ politici tanto bravi nel denunciare, quanto scarsi, incapaci  ed inefficienti nel provvedere”.

 Basta con le baruffe accompagnate da giochi di prestigio a Palazzo dei Normanni, con  l’effetto di far svanire e comunque usare male, assai male i soldi pubblici. C’è  davvero tanta materia su cui riflettere.

Testata iscritta al n.289 – Registro Stampa Tribunale di Agrigento in data 18 Settembre 2009 – Direttore Domenico Vecchio – P.I. 02574010845 – Copyright © 2009 – 2015 – tel 338.2146190 – [email protected] Iscrizione ROC n.19023

Per la tua pubblicità su agrigentooggi.it

IMPOSTAZIONI PRIVACY

Copyright © 2023

No Result
View All Result
  • L’angolo di don Diego
  • Editoriali
  • Valle dei Templi
  • Turismo
  • Scuola
  • Cinema
  • Cultura
  • Calcio

Copyright © 2023