Negli ultimi anni la Sicilia ha visto diminuire progressivamente il numero dei propri rappresentanti nel calcio che conta. In questa stagione sono pochissimi gli isolani impegnati nei campionati di Serie A e B e spesso con ruoli marginali. Ma fortunatamente c’è ancora chi tiene alta la bandiera della regione, anche senza le scarpette ai piedi. Stiamo parlando di Vincenzo Italiano, allenatore classe 1977 nato in Germania ma vissuto fin dalla tenera età a Ribera, nella piena provincia di Agrigento. Dopo una carriera da calciatore di buon livello, Italiano ha scelto la panchina e in poche stagioni si è affermato come uno dei tecnici più preparati a livello nazionale. E ora è il momento della sfida più grande della carriera: quella di riportare la Fiorentina alle soglie dell’Europa dopo due stagioni difficilissime.
Al momento la Viola è appena dietro alle “sette sorelle” nelle quote serie A di Oddschecker ma l’obiettivo di Italiano è quello di riportare la squadra toscana in Europa. O almeno quello di lottare fino all’ultima giornata con le big del campionato. Dopo due annate consecutive in cui a maggio si è giocato per la salvezza sarebbe una vera boccata d’ossigeno per un ambiente appassionato come quello di Firenze.
Ma che in città e sul terreno di gioco si respiri già un’aria nuova si è visto dalle prime due gare ufficiali. Nella prima i Viola sono stati battuti per 3 a 1 dalla Roma. Un risultato decisamente troppo severo se andiamo ad analizzare l’andamento complessivo della partita. Nella seconda, la prima in casa con il ritorno del pubblico, la squadra ha dominato il Torino chiudendo con un 2 a 1 addirittura troppo stretto alla luce delle occasioni create.
Quello che però ha stupito non è stato quello visto in campo ma quello che è emerso sugli spalti e in panchina. Sono sparite le facce lunghe tra i giocatori, tutti hanno esultato e sono corsi ad abbracciare Gonzalez e Vlahovic dopo i gol e lo stesso pubblico ha sostenuto i suoi calciatori dall’inizio alla fine. Lo scorso anno al primo errore individuale partivano i fischi.
E se pensiamo a come era partita la stagione dei Viola si tratta di una situazione ancora più sorprendente. Il Presidente Commisso aveva dato a malincuore il benservito a Iachini per le pressioni di ambiente e giocatori sostituendolo con Gennaro Gattuso. Ma con l’ex tecnico di Milan e Napoli il rapporto è durato pochissime settimane e le due parti si sono separate non senza veleni e polemiche. Una serie di eventi che avrebbe mandato nel caos anche società più strutturate di quella toscana. Poi l’intuizione e la decisione di lottare a denti stretti con lo Spezia per avere Vincenzo Italiano in panchina.
Missione compiuta e svolta in arrivo. Vincenzo Italiano ha contagiato tutti fin dai primi giorni con il suo entusiasmo e con la sua preparazione. Il tutto presentandosi con l’obiettivo di dare alla sua squadra un gioco spettacolare e offensivo. Esattamente l’opposto di quanto visto nelle ultime due annate quando lo scopo primario era non prenderle.
Il primo a essere convinto da Italiano è stato lo stesso Presidente Commisso. Una fiducia resa evidente dalle ultime settimane di mercato Viola. Il patron ha deciso di rifiutare tutte le offerte per Vlahovic, ha rinnovato il contratto del difensore Milenkovic, che tutti davano già al Milan o alla Juventus, e ha acquistato due giocatori di altissimo livello come Torreira e Odriozola, provenienti rispettivamente da Arsenal e Real Madrid.
Ma sono gli stessi giocatori a credere nel proprio tecnico. Basti pensare alle dichiarazioni di Milenkovic nel post partita con la Roma: “Lo stile che propone il mister, con difesa alta, tanto possesso palla e dominio del gioco è uno dei motivi che mi ha portato a rinnovare”. Uno stile che è riuscito nella difficilissima impresa di rivitalizzare un ambiente che sembrava sull’orlo della depressione.
In città si comincia a parlare di “effetto Italiano” ma lo stesso siciliano non sta facendo altro che mantenere le promesse fatte al momento della firma sul contratto. Ovvero quelle di creare un gruppo forte e unito, con un gioco offensivo e con una identità chiara e propositiva.
Ma chi conosce bene il tecnico siciliano sa che queste sono le doti che l’hanno accompagnato in tutta la sua carriera di allenatore. L’agrigentino ha infatti sempre fatto parlare il campo, sin dalle sue prime esperienze da allenatore. Ritiratosi dopo la stagione 2013/2014, Italiano ha frequentato subito il corso di allenatori FIGC trovando posto l’anno seguente come vice di Alessandro Dal Canto a Venezia.
Dopo 3 stagioni passate tra giovanili e Serie B, Italiano viene contattato dal Trapani Calcio, squadra giovane e ambiziosa, decisa a tornare ai vertici del calcio. Missione compiuta già al primo anno con i siciliani promossi in Serie B dopo gli spareggi contro Catania e Piacenza.
Il 19 giugno 2019 inizia l’esperienza più importante per l’Italiano allenatore, almeno fino alla firma con la Fiorentina. Vincenzo si accorda con lo Spezia, squadra che staziona da qualche anno a metà classifica nella serie cadetta. L’impatto è devastante. I liguri iniziano a battere tutte le big e si qualificano per i playoff ottenendo il miglior piazzamento della loro storia. Ma l’impresa non è ancora finita. Nella post-season i ragazzi di Italiano eliminano prima il Chievo e poi il Frosinone in finale. È il risultato che sancisce la prima storica promozione in Serie A.
L’ex ragazzo cresciuto a Ribera si guadagna la riconferma e guida le Aquile anche nel massimo campionato. Riuscirà a salvarsi con una giornata d’anticipo e nel corso della stagione mieterà vittime illustri come il Milan di Pioli, battuto per 2 a 0 in casa.
Il resto è storia recente. La battaglia tra Spezia e Fiorentina per averlo in panchina, i bei risultati delle amichevoli estive e un ruolino di marcia nelle gare ufficiali che parla di una netta vittoria per 4 a 0 nel primo turno di Coppa Italia col Cosenza, della sconfitta sul campo della Roma e della bella vittoria sul Torino. È ancora presto per parlare di una Viola pronta a lottare per l’Europa League ma mai scommettere contro Italiano. È lì per smentire gli scettici.