La villetta comunale posta in fregio alla piazza Diodoro Siculo – tra la via Minerva e la via Diodoro Siculo – è stata intitolata, ricorrendo nel 2020 il centeneraio della sua nascita, all’agrigentino Giuseppe Jannuzzo. A sottoscrivere l’istanza presentata all’amministrazione comunale, all’inizio dello scorso marzo, erano stati 40 agrigentini.
Il giardino di piazza Diodoro Siculo, quartiere San Vito di Agrigento, sarà dedicato alla memoria di Giuseppe Jannuzzo. Nella villetta il prossimo giovedì 20 agosto è prevista la scopertura di una targa.
A sottoscrivere l’istanza presentata all’amministrazione comunale, all’inizio dello scorso marzo, erano stati 40 agrigentini.
L’iniziativa voluta dal Comune di Agrigento, nell’anno del centenario dalla nascita di Jannuzzo, nasce dall’impegno straordinario di una quarantina di cittadini e abitanti del quartiere, tra i quali il professor Biagio Bellini. L’Assessore Ernesta Muscaha recepito l’istanza predisponendo gli atti propedeutici ai lavori di Giunta ed ha subito trovato entusiasta favorevole il sindaco Calogero Firetto.
Fervono in questi giorni da parte degli addetti al Comune di Agrigento i lavori di potatura e pulizia della Villetta in attesa dell’evento.
Jannuzzo fondò l’Associazione “Agrigentini a Roma”.
Giuseppe Jannuzzo, nato ad Agrigento il 7 Aprile 1920. Terzo di cinque figli, ha vissuto nel quartiere di Santa Maria dei Greci con i genitori Francesco e Giovanna Di Caro.
Ha studiato a Messina dove si è laureato il 22 Luglio del ’42, in Lettere e Filosofia con una Tesi sul Giornalismo agrigentino.
Nel 1967 insieme alla sua numerosa famiglia si trasferisce a Roma. Un progetto stimolante e coraggioso che ha soprattutto l’intento di offrire ai figli una sede universitaria.
Pur nella soddisfazione della nuova vita romana, la lontananza dalla sua Girgenti lo porta a cercare concittadini nella Metropoli; ne trova tanti e gli è naturale e necessario costruire legami e occasioni di incontri. Nasce così l’Associazione “Agrigentini a Roma” che aveva già in nuce un progetto più ampio: creare qualcosa di nuovo per far rivivere quel tanto di Antico dal quale è così difficile distaccarsi. Ed ecco la Rivista che avrà lo stesso nome. Nel giro di pochi anni il successo degli incontri e l’attenzione che il giornale riceve lo costringeranno a cambiare il titolo in “Agrigentini a Roma e… ovunque.” In effetti il suo impegno, la sua passione, l’entusiasmo carismatico, gli offriranno l’opportunità di coinvolgere grandi intellettuali agrigentini che daranno al giornale un prestigio eccezionale.
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