Il prossimo 13 settembre, a partire dalle 11, davanti alla presidente, il deputato agrigentino Giusi Savarino, si presenteranno Marco Falcone, assessore regionale per le infrastrutture e la mobilità, Fulvio Bellomo, dirigente generale del dipartimento regionale delle infrastrutture, della mobilità e dei trasporti, Calogero Firetto, sindaco di Agrigento, Valerio Mele, direttore regionale Anas, Alberto Avenia, presidente dell’Ordine degli ingegneri e Alfonso Cimino, presidente dell’ordine degli architetti. Si tireranno le somme sul futuro del viadotto “Morandi”. La volontà di convocare Anas, Comune e Ordini è di molto precedente, come sostenuto da La Sicilia: proprio durante i lavori di Commissione, infatti, il gestore della rete autostradale aveva aperto ad eventuali “piani B”, ammettendo che, fino a quel momento, nessuno aveva avanzato richieste che non coincidessero con il percorso già avviato, ovvero quello che dovrebbe portare, attraverso gli interventi di manutenzione e consolidamento, alla riapertura dell’infrastruttura.
Come affermato da Alfonso Cimino, presidente dell’Ordine degli Architetti di Agrigento, intervenuto sul terzo incontro, svoltosi ieri pomeriggio nella sala Alajmo della biblioteca La Rocca:
“La città di Agrigento, per puntare al rilancio socioeconomico, deve dotarsi dello strumento urbanistico. Dopo tanti anni, finalmente, oggi stiamo discutendo sulle linee guida delle direttive dello strumento urbanistico. Questa fase, però, non può avere tempi lunghi: le direttive, di cui la sintesi dei contributi apportati dagli Ordini professionali, dalle associazioni di categoria, dai sindacati… devono essere sintetizzate dall’Amministrazione comunale, alla quale spetta il compito di concepire un’idea di città da sottoporre al Consiglio comunale per l’approvazione. Certo, rimangono ancora diversi nodi da sciogliere: chi avrà l’incarico di redigere lo strumento urbanistico? E chi dovrà svolgere la Via-Vas, lo studio idrogeologico, la micro-zonizzazione? Gli Architetti si chiedono: tutto questo che tempi avrà? Riteniamo che questa prima fase di concertazione sulle direttive, di sicuro importante e voluta per legge, debba avere tempi ristretti affinché si inizi a lavorare, in concreto, sullo strumento urbanistico e sulla visione della città di Agrigento. Questa città è in attesa, da molto tempo, del proprio rilancio socioeconomico: ora è arrivato il momento di agire. E sul centro storico, con il redigendo PRG, si può fare tanto in sinergia con le azioni amministrative: pensiamo al consumo di suolo zero, alla defiscalizzazione di chi investe sul centro storico, ai progetti di riqualificazione urbana, a un piano commerciale che punti a incentivare chi investe in una nuova attività, anche con la defiscalizzazione, all’utilizzo di una mobilità urbana ad hoc per il centro storico così come ha fatto la Curia Arcivescovile con l’uso delle navette. Di questi temi dobbiamo discutere e avere immediate risposte dall’Amministrazione. Noi siamo per accelerare i tempi per comprendere chi, effettivamente, deve redigere il PRG – conclude Cimino – e se rientra fra le tematiche da noi poste”.