Viadotto Morandi, la replica dell’architetto Lentini

L’architetto Calogero Daniele Lentini è intervenuto con una lettera che qui di seguito pubblichiamo integralmente, in merito all’articolo dal titolo “Viadotto Morandi: Basta chiacchiere, aspettando la ristrutturazione”.

Egregio Direttore, l’editoriale a sua firma dal titolo “Viadotto Morandi: Basta chiacchiere, aspettando la ristrutturazione”, pubblicato il 4 maggio u.s. sulla testata web “Agrigento Oggi” da lei diretta riporta dei fatti che non corrispondono alla realtà.

Pertanto, nella qualità di promotore ed organizzatore del convegno scientifico “Il ruolo del Viadotto Morandi nel Paesaggio della Valle dei Templi di Agrigento”, tenutosi presso il Polo Universitario di Agrigento il 03.05.2019, ritengo necessario dover procedere ad alcune precisazioni qui di seguito redatte che, ai sensi della Legge n. 47/1948 e della Legge n. 69/1963, chiedo vengano pubblicate a rettifica dell’editoriale predetto con analoghe condizioni di visibilità ed accessibilità.

Preliminarmente corre l’obbligo di precisare che, contrariamente a quanto affermato, il dibattito sviluppatosi in seno al Convegno ha riscontrato, così come auspicato, un vivace confronto ricco di spunti tesi in favore della demolizione del viadotto e di tesi contrapposte orientate alla sua conservazione.

Dunque la circostanza per cui “tutti”, tranne Claudio Lombardo, sarebbero a favore della conservazione del viadotto riportata nell’editoriale non risponde al vero, poiché smentita dall’effettivo tenore dei vari interventi succedutisi sia in senso contrario che favorevole alla conservazione del viadotto, tutti puntualmente registrati quali atti del convegno, nella comune convinzione che specifiche indagini e analisi siano indispensabili per poter definire le possibili alternative.

Analogamente anche il riferimento alle dichiarazioni rese dal Sindaco di Agrigento necessita di dover essere rettificato, atteso che nel corso del suo intervento, diversamente da quanto riportato nel suo editoriale, Firetto ha affermato che fino a quando non ci sarà una valida alternativa all’attuale collegamento è giusto conservare il viadotto.

Inoltre, per quanto attiene l’ulteriore passaggio del suo editoriale che così testualmente recita “Illusoria invece la fantasiosa ipotesi di uno studente (forse una tesi di laurea?) che ha la ricetta: Akragas II, galleria (in zona R4 in frana), altro viadotto e finale a raso. Bisognerebbe ricordare al giovane che il tema non è “come arredare una casa” perché si sta parlando di territorio”.

A tal proposito, ritengo necessario dover fornire le seguenti oggettive informazioni a rettifica di quanto sopra riportato.

Anzitutto preciso di essere un architetto abilitato all’esercizio della professione, attualmente impegnato nella frequenza della Scuola di Specializzazione in “Beni Architettonici e del Paesaggio” presso il Politecnico Milano 1863, che ha collaborato di concerto con docenti universitari e professionisti di grande esperienza alla redazione di un progetto preliminare per un nuovo collegamento alternativo al viadotto Morandi, per come puntualmente precisato nel corso del mio intervento: “…dopo aver elaborato un progetto preliminare per un nuovo collegamento, in concerto, come ho già detto, con tecnici di grande esperienza, professori universitari, ingegneri ambientali, geologi ed imprese locali, è stata analizzata la fattibilità costruttiva, geologica ed economica dell’opera, verificandola positivamente”.

Quindi, a ben vedere, tale progetto, per nulla illusorio e fantasioso, non intende somministrare alcuna “ricetta”, ma semmai richiamare l’attenzione su un tema di assoluto rilievo per il nostro territorio e per la collettività ed offrire a tal fine un ulteriore spunto al dibattito scientifico, così come espressamente dichiarato nel mio intervento: “Ma attenzione, tale progetto preliminare non vuole essere un monito alla demolizione del viadotto Akragas, né una soluzione al complesso dibattito in questione”.

Parimenti errato è infine il riferimento alla galleria ubicata a suo dire in “zona R4 in frana”, poiché per l’intero tracciato della stessa non si rileva alcuna criticità.

A sua disposizione per ulteriori chiarimenti, le segnalo che l’intero convegno è stato registrato e quanto i diversi partecipanti hanno dichiarato è quindi verificabile.

Grazie per segnalarmi quando questa mia lettera di rettifica verrà pubblicata sul suo giornale.

Distinti saluti.

Arch. Calogero Daniele Lentini

Ecco la risposta del nostro giornale alla lettera a firma dell’architetto Lentini:

Gentile Architetto Lentini,

rispondendo alla sua lettera, vorremmo partire dal titolo del convegno “Il ruolo del viadotto Morandi….” per ribadire quanta importanza viene attribuita a questo benedetto Ponte, soprattutto, per quanto riguarda la viabilità.

Come vede per una scelta non solo editoriale ma di semplice rispetto delle idee, siamo qui a riprendere il discorso e stia certo che lo avremmo fatto anche senza la sua citazione delle Legge sulla Stampa.

Quello che l’opinione pubblica si è chiesta seguendo i lavori del convegno è come è possibile trovarsi di fronte a pareri cosi distanti e cosi contrastanti tra architetti.

Alfonso Cimino, presidente dell’Ordine a cui lei appartiene, come sempre è stato fin troppo chiaro.

“La città – dice Cimino – è lontana dal resto della Sicilia perché siamo carenti dal punto di vista dei collegamenti” e aggiunge che non possiamo pensare dopo 50 anni di abbattere il viadotto Morandi.

Ancora più chiaro è stato il Soprintendente ai Beni Culturali di Agrigento Michele Benfari secondo il quale ci sono tutti i crismi per potere salvaguardare, restaurare e consolidare una struttura che va attenzionata e recuperata non solo per la viabilità ma perché rappresenta un capolavoro di architettura moderna.

E poi ci piace sottolineare l’intervento sulla pluralità di idee della professoressa Alberta Cazzani del Politecnico di Milano, intervento che la docente ha sintetizzato in una intervista televisiva.

Probabilmente, gentile architetto, il suo progetto, per quanto valido possa essere da un punto di vista professionale, e per il fatto che è arrivato da un organizzatore dell’evento, in un contesto come quello in cui si sono svolti i lavori, avrà creato qualche imbarazzo tra gli stessi relatori che si sono pronunciati in maniera completamente diversa e nessuno, chissà perché, ha parlato di abbattimento del Morandi magari con qualche altro progetto a confronto.

Da parte nostra, cosi come abbiamo già fatto, le porte al dialogo sono aperte nel rispetto dei ruoli. Tutto qui.