A distanza di quasi nove anni dal blitz eseguito dalla Squadra Mobile, il Gup del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, accogliendo le richieste del pubblico ministero Giulia Sbocchia, ha disposto il rinvio a giudizio dei sette imputati, due agrigentini e cinque donne sudamericane, finiti nei guai nel 2014, nell’ambito dell’operazione “Saponara”, ovvero il nome della via, dove avevano messo su delle vere e proprie case d’appuntamento. I legali difensori avevano sostenuto che i reati fossero prescritti, ma il giudice ha ritenuto che il termine non fosse ancora maturato. L’inizio dell’approfondimento dibattimentale è fissato per il 19 giugno prossimo davanti al collegio di giudici del Tribunale di Agrigento, presieduto da Alfonso Malato.
Sul banco degli imputati le sorelle delle sorelle Marival Magaly Manrique Mendoza, intesa “Camilla”, 49 anni, nata in Perù, domiciliata ad Agrigento, e Jacqueline Yanina Mandoza Manrique, intesa “Janina”, 38 anni, nata in Perù, residente in Cisterna di Latina (Lt) domiciliata in Agrigento, ed ancora la loro madre Cirila Maria Huacache Manrique, 80 anni, nata in Perù, residente a Cisterna di Latina, Maria del Pilar Manrique Torres, intesa “Pilar”, 56 anni, nata in Perù, residente in Guidonia Montecelio, domiciliata in Agrigento, Eugenio D’Agostino, 53 anni, di Agrigento, Giuseppe Salamone, 31 anni, di Agrigento, e Valdirene Maria De Oliveira Vieira, 50 anni, nata in Brasile, residente in Sant’Angelo di Piove di Sacco.
Gli imputati devono rispondere di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Avrebbero gestito due case d’appuntamento nella zona alta della via Atenea, una in via Saponara numero 10, e la seconda in via Neve numero 54. E’ emerso che il giro di prostitute coinvolgeva in particolar modo ragazze sudamericane di nazionalità colombiana, peruviana, venezuelana e brasiliana, ma anche italiane. Il collegio difensivo è composto tra gli altri, dagli avvocati Fabio Inglima Modica, Monica Malogioglio, Gianfranco Pilato, Daniele Re, e Alessandro Marchica.