C’è una storia poco raccontata che riguarda i principali porti della costa meridionale agrigentina, lungo la quale si sviluppò un florido commercio dello zolfo dall’antichità sino alla Seconda guerra mondiale. Una storia tutta da scoprire sullo scoglio “Bottazza”. Si lavora al porticciolo di San Leone per il recupero del relitto di una nave armata risalente presumibilmente al XVII secolo di epoca moderna che sarà restaurato e musealizzato grazie a un finanziamento del “Patto per lo sviluppo della Sicilia” (Patto per il Sud). Le indagini iniziarono nel 2005 quando fu compiuta la prima missione su una secca a pelo d’acqua che dista circa un 1 miglio dalla costa, ricca di reperti poiché nell’antichità è stata causa di molti naufragi. La nave fu, poi, rinvenuta nel luglio del 2010, a 1200 mt dalla costa e a 2,5 miglia dal porticciolo di San Leone. Tra i ritrovamenti anche due cannoni di 2,20 metri, diversi elementi metallici – probabilmente armi da fuoco – e un “pane di zolfo” che, vista la rilevante quantità di questo minerale ancora presente sul fondo e l’ubicazione geografica del relitto, sembra essere riconducibile al carico stesso della nave che, verosimilmente, potrebbe essersi approvvigionato nelle vicine cave di estrazione. La vigilanza dei lavori è in capo alla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana diretta da Ferdinando Maurici, attraverso il Rup, Pietro Selvaggio e il Direttore dei Lavori Fabrizio Sgroi. Un’attività resa possibile grazie al lavoro di ricerca effettuato dalla Soprintendenza del Mare della Regione che ha curato tutte le fasi per il recupero, il restauro e l’esposizione, all’interno di uno spazio museale, del prezioso relitto. L’intervento di musealizzazione offrirà un ulteriore elemento di attrattività in un territorio che è particolarmente ricco di testimonianze archeologiche e ambientali.
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp