L’autorevolezza dei due amministratori fa il paio con quanto si può ricavare da tutti gli studi condotti sullo stato dell’economia siciliana che consegnano un quadro molto critico della situazione per quanto riguarda la possibilità di intraprendere un cammino di riscatto.
Una situazione che impone una seria riflessione sulle modalità con cui affrontare una crisi che da troppo tempo sta determinando condizioni di sfiducia, sia per le imprese che per le famiglie. La Sicilia non può più aspettare l’avvio di un nuovo corso che metta a valore le sinergie tra pubblico e privato in un quadro strategico dove ognuno faccia la sua parte e si assuma le responsabilità che gli competono. Lo si deve ai tanti operatori economici che continuano a resistere e ad investire e ai tanti giovani che ancora sperano di potere trovare un futuro senza dovere abbandonare la loro terra.
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