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Home » L’angolo di don Diego » Un monito salutare di riflessione su una religiosità distorta

Un monito salutare di riflessione su una religiosità distorta

Redazione Di Diego Acquisto
14 Febbraio 2024
in L’angolo di don Diego
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In tanti quotidiani la cronaca di oggi, parlando di quanto successo ad Altavilla Milicia, riferisce contestualmente di tanti episodi davvero negativi, che negli ultimi anni hanno interessato in genere l’Italia,   parte  del Sud e  la Sicilia in particolare. Magari elencando  una lunga serie di furti sacrileghi, alcuni dei quali chiaramente finalizzati alla celebrazione delle cosiddette Messe-nere.

Messe, così chiamate,   per rendere omaggio cioè a “satana”.

 In questo senso, per esempio,  si fa notare che durante lo scorso anno, nella Chiesa S. Luigi di Ragusa, i ladri forzando una finestra, sono  riusciti  in maniera mirata ad impossessarsi della pisside del Tabernacolo, contenente le particole consacrate, incuranti degli altri oggetti di valore di cui avrebbero potuto facilmente impossessarsi.

E così in altre parti, tra il 2016   ed il 2022 una serie impressionante di episodi sacrileghi, qualcuno anche finalizzato a danneggiare  la venerata teca contenente la reliquia particolarmente venerata di qualche Santo;  come la profanazione  avvenuta a Partinico per S. Benedetto martire.

Anche nella nostra arcidiocesi agrigentina, appena qualche anno fa, la cronaca ha dovuto registrare il furto sacrilego di una pisside con ostie consacrate nella chiesa parrocchiale della Beata Maria Vergine di Fatima di Ravanusa.

A margine di tutto, naturalmente i commenti più diversi, soprattutto in riferimento alle persone che hanno compiuto simili gesti, perché infatuate e/o magari addirittura schiavizzate da parte di alcuni cosiddetti Santoni, magari autoproclamandosi “ripieni di Spirito “Santo !”,  con  la perversa, diabolica  capacità di  plagiare  e financo schiavizzare persone deboli, con il solo scopo di fare soldi.

 Non solo !    provocando  anche tragedie come quella che si è appena  consumata nella villetta  di Altavilla Milicia; una tragedia che ha portato un marito ad uccidere la moglie e due figli, per purificare la sua casa da presunte possessioni demoniache.

Fa seriamente riflettere il giudizio da parte de CESNUR, che è un Centro di ricerca sul pluralismo religioso e sulle minoranze religiose, con sede a Torino; un Centro che presta attenzione  sull’attuale situazione socio-religiosa  di  fasce, più o meno larghe  di popolazione, specie delle nostre parti, in Sicilia, senza escludere “a priori”, -(come se ne dovessimo sentirci del tutto immuni)-, anche  parti dell’agrigentino.

Dice il prof. Massimo Introvigne, sociologo, fondatore e direttore del CESNUR:  “Siamo davanti all’esplosione del sacro che si frantuma in mille rivoli”, aggiungendo che il “presunto” assassino  non frequentava più la chiesa pentecostale e la stimata comunità di Altavilla Milicia. Paradossalmente, per questo motivo,  è finito fuori da ogni possibile controllo. Risulta infatti  che ha dato vita ad un gruppo ristretto, una delle tante micro-aggregazioni che nascono ai margino del mondo evangelico e cattolico, in contrando nel linguaggio religioso la molla per esprimere il proprio disagio patologico o familiare”.

Parole illuminanti, che ci possono aiutare a capire come dietro a certa religiosità, in realtà  si cela  un forte disagio psicologico; un disagio che deve essere solo con tempestiva attenzione  curato, perché  nulla ha a che fare con l’autentica fede e l’autentica religiosità.

Un monito davvero  salutare quest’ultimo, per un’ itinerario  di seria  riflessione per questa Quaresima che iniziamo domani, mercoledì delle Ceneri.

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