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Home » L’angolo di don Diego » Un Ministro italiano accusato di sequestro di persona

Un Ministro italiano accusato di sequestro di persona

Redazione Di Diego Acquisto
16 Febbraio 2019
in L’angolo di don Diego
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Qualche considerazione sul problema  europeo di più scottante attualità, con un Ministro italiano accusato di sequestro di persona.

Mi pare di cogliere il  comune sentire  della stragrande maggioranza che dice sì all’accoglienza ! ma un  no deciso  all’immigrazione incontrollata e clandestina, peggio ancora se finalizzata alla tratta.

E mi viene da chiarire subito però, che  quel sì all’accoglienza,  naturalmente,  a giudizio unanime,  non può  significare che il peso dell’accoglienza debba ricadere su un solo paese.

E la nostra Italia, è quella che sicuramente ha fatto se non proprio di più di tutti i paesi europei  messi assieme, certamente  proprio abbastanza.

Come  opportunamente ha voluto sottolineare anche Papa Francesco, quando a conclusione della GMG di Panama, ha affrontato ancora una volta  questo  spinoso argomento, nominando gli  Stati a cui, su questo fronte,  nulla si può davvero rimproverare.

Un’accoglienza che deve essere nel dna del cristiano ed anzi della persona umana, indipendentemente dal fede che si professa, ma che,  come faceva anche  notare qualche anno fa il direttore Caritas di Agrigento Valerio Landri, deve essere accompagnata da una saggia politica che “non può mai prescindere dal tessuto sociale locale“.

Ed il riferimento preciso era allora  sulla protesta di Siculiana per il caso di Villa Sikania che ammassava il doppio o addirittura forse il triplo, se non di più ancora,  di quante persone  avesse potuto legalmente ospitare.  Ed ancora !  oltre a questo fatto di una gravità non trascurabile, il tessuto sociale non deve vedere messa in pericolo la propria sicurezza, ma,  con l’osservanza della legalità  e la  necessaria informazione, potere vedere il migrante come una risorsa e non come un pericoloso invasore.

Una comunità quella di Siculiana che perciò – a giudizio allora unanime, di cui si faceva interprete anche Landri –   aveva ragione di protestare, così come  avveniva in tante altre parti d’Italia, indipendentemente dal colore degli amministratori locali, dove pure la legalità ed il rispetto della dignità delle persone si vedevano palesemente trascurate.

Sotto gli occhi di tutti era  che favorire un’immigrazione senza regole, controlli  e ragioni,  spesso  creava un business sotto mentite spoglie morali ed umanitarie. Non solo. Magari, non infrequentemente, si  rendevano alcune tra le più belle città d’Italia spesso  invivibili, ostaggio di un degrado e di una povertà importata da sbandati, forse anche  criminali  fuggitivi e campi rom.

Dopo l’esito delle elezioni politiche del 4 marzo dello scorso anno, in cui il problema migranti ha avuto sicuramente una notevole influenza, la politica al riguardo ha subito un brusco cambiamento, con altri problemi che hanno indotto una parte della magistratura inquirente ad ipotizzare il grave reato di sequestro di persona da parte di un Ministro in carica.

In attesa di sapere come la pensa il Parlamento, noi possiamo solo cogliere  gli umori della pubblica opinione che ci sembrano quelli indicati all’inizio, subito dopo il   titolo.

Un no deciso all’immigrazione incontrollata e clandestina; sì invece all’accoglienza nella legalità e nel rispetto delle dignità delle persone, anche di quelle che accolgono, la cui sicurezza non solo fisica deve essere tutelata. No ancora più deciso, senza se e senza ma, alla tratta con migranti  che “accettano” persino di farsi espiantare organi pur di pagarsi la traversata del Mediterraneo. O peggio ancora con la prostituzione forzata, che diverse riviste descrivono come “un cappio” per un viaggio di sola andata verso un Paese immaginario e sognato migliore. Ed in questo modo – si scrive – che in Italia, sulle strade italiane  si contano centomila donne  costrette a vendere  il proprio corpo, vittime  quindi  di un sistema che le riduce in schiavitù, stuprate, violate fisicamente e psicologicamente .

Proprio per questo Papa Francesco, nel corrente mese che ormai si avvia alla conclusione, agli associati all’Apostolato della Preghiera, – (un’ associazione presente  in tutte le parrocchie italiane e non solo) –  l’ intenzione giornaliera di preghiera che sollecita all’ “accoglienza generosa delle vittime della tratta delle persone, della prostituzione forzata e della violenza”.

E con la preghiera l’invito del Papa ad approfondire il problema ed a trovare  le migliore soluzioni, per risolverlo alla radice, ed intanto fare di tutto per arginarlo e  ridurlo.

Diego Acquisto

 

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