Il Cartello sociale si dice soddisfatto per l’incontro di sabato mattina in prefettura ad Agrigento, che personalmente ho seguito attentamente dal primo all’ultimo istante.
Utilizzando un vecchio film di Robert De Niro potrei sintetizzare con un “Chiacchiere e distintivo”.
Nella concretezza i risultati sono ben deludenti per le aspettative degli agrigentini e le promesse che si continuano a fare ad ogni incontro: slitta ulteriormente la consegna del viadotto di contrada Petrusa a fine maggio. Si è parlato di una penale per ogni giorno di ritardo da far pagare alla ditta. Ma il conteggio non si sa da quando viene fatto partire altrimenti sarebbe una cifra altissima. Resta indefinita la soluzione della galleria Spinasanta, per intenderci quella chiusa da mesi per infiltrazioni d’acqua. La spiegazione dell’ing. Mele dell’Anas: stiamo sollecitando la ditta. E stendiamo un velo pietoso sul viadotto Akragas o Morandi dove si parla, ma ripeto si parla, di un paio d’anni.
Questa volta nemmeno l’imminente campagna elettorale, la presenza di un vice ministro di Caltanissetta e la manifestazione del 25 gennaio al quale hanno partecipato migliaia di persone è servita a smuovere le acque. L’attenzione per le nostre infrastrutture è inferiore al minimo.
E mentre leggiamo nelle cronache nazionali dei mille operai impegnati giorno e notte alla ricostruzione del Morandi di Genova e degli scippi perpetrati al sud (Tolti al Sud e dati al Nord 840 miliardi di euro in 17 anni) noi siamo contenti di cortei e quasi promesse d’interventi in tempi lunghi.
È vero anche che da quando ci sono Perconti, Sodano e Cimino, l’attenzione sul territorio non è mancata. Ora però occorre tramutare tutto questo in fatti concreti perché è questo che ci aspettiamo.
Forse sarebbe il caso di cambiare strategie politiche, sindacali e sociali. Al netto di passerelle varie e di rapporti o simpatie personali, questi tavoli tecnici si stanno rivelando inutili perdite di tempo finalizzate, forse, solo ad assopire l’opinione pubblica agrigentina tradizionalmente indolente.