Un grido d’allarme per lo spaventoso aumento della povertà in Italia
Di Diego Acquisto – Le statistiche sono impietose e dicono con la crudezza dei numeri e dei grafici che dal 2005 ad oggi, in poco più di dieci anni, la povertà si è progressivamente dilatata a macchia d’olio in tutte le regioni, ed adesso si registra un aumento davvero incredibile, addirittura del 141%.
Proprio così ! perché se nel 2005 i poveri in Italia erano meno di 2 milioni, oggi le fonti più autorevoli ci dicono che le persone che soffrono e si trovano nell’indigenza assoluta sono 4,6 milioni; in percentuale si è passati dal 3,3%, all’8%.
Per rendersi conto di questa drammatica situazione, si suggerisce di navigare nei grafici interattivi e visualizzare i dati-fonti: Istat ed Eurostat; fonti assolutamente serie e certe !
Per la verità la situazione di disagio in Europa non riguarda solo l’Italia, ma da noi, a considerare gli indicatori più significativi e sensibili che toccano giovani,… donne…. e famiglie operaie ….la situazione appare più disastrosa, perché oltre all’aumento dei poveri, bisogna aggiungere che è cresciuto anche il numero di persone che lavorano poche ore a settimana.
Non è nostro compito, né è questa la sede per ulteriori approfondimenti su questo dato sociologico che definire preoccupante è davvero un elegante eufemismo. Con un minimo di realismo, credo che si possa parlare di una “macelleria sociale” che potrebbe inevitabilmente portare a quegli esiti, che il senso di responsabilità, soprattutto di chi governa, dovrebbe assolutamente impedire.
Il nostro vuole essere un grido di allarme per scuotere le coscienze. soprattutto in questo periodo natalizio che è il periodo più favorevole a sentimenti di solidarietà, che però si deve coniugare, comunque e sempre, con la giustizia sociale.
Non vogliamo nemmeno condividere, specie dopo il recente referendum, … in questo momento di polemiche e di grande difficoltà per quella sinistra che è stata praticamente al governo dell’Italia per gran parte di quest’ultimo decennio, quello che, con amara ironia, scrisse Montanelli, ” la sinistra ci tiene tanto ai poveri che, quando è al potere, ne crea sempre di più!”.
Da parte nostra, anche se consapevoli del rischio che corriamo specie in questo particolare momento, per dirla in modo semplice e sbrigativo, ma sicuramente largamente popolare, diciamo che tutto è frutto di dieci anni di governi di cosiddetto centrodestra e cosiddetto centrosinistra. Per la precisione, dal 2006 a oggi, due anni di governo di cosiddetta destra e otto di governo di sinistra.
E la sinistra che, a suo dire, avrebbe dovuto porre rimedio agli errori della destra, ne ha invece aggiunto altri e molto gravi.
Con la conclusione che forse adesso la verità è che è in atto una “lotta di classe” in cui è perdente la fascia sociale più debole, senza più un sindacato all’altezza della situazione o comunque largamente depotenziato rispetto al passato, e quindi incapace di tutelare il lavoro. Insomma anche la sinistra al governo non è capace di interpretare le esigenze delle classi più povere e del mondo del lavoro.
Al popolo (specie basso) non resta che guardare altrove… non alla Destra e nemmeno alla Sinistra, che navigano nelle divisioni, lacerazioni e difficoltà che sono sotto gli occhi di tutti, e quindi incapaci di vere riforme sociali.
L’attenzione si orienta verso Movimenti popolari, radicati nel territorio, in grado di stare accanto alla gente, intercettarne davvero i bisogni, parlare ed ipotizzare riforme per impedire o limitare la concentrazione della ricchezza in mani di vecchie e nuove caste.
Il più affermato in questo momento appare quello denominato “Movimento 5stelle”, fondato da Grillo, un comico che ha saputo avere ed ha un notevole fiuto sociale e politico. Movimento 5 stelle sicuramente affollato da tanti volenterosi, non pochi dei quali però inesperti, alcuni anche ambiziosi e non di retta intenzione, ma comunque tutti, in questo momento, capaci di intercettare il diffuso malcontento, la voglia di serio cambiamento, il desiderio sincero di giustizia sociale vera e non a parole, della maggioranza degli elettori.
Che ultimi, anche perché non c’è altra possibilità di scelta, votano intanto i penta stellati (o grillini, come meno elegantemente non pochi preferiscono chiamarli), decidendo consapevolmente di volere correre anche il rischio dell’inesperienza, pur di sottrarre la poltrona ai cosiddetti “esperti”, che però hanno prodotto la situazione fotografata dall’ Istat ed dall’Eurostat .
Diego Acquisto