In occasione di Agrigento Capitale della Cultura in Italia i musicisti agrigentini si mobilitano per rendere omaggio al più grande compositore nato nella Città dei Templi. L’agrigentina Rita Capodicasa ha dedicato molte sue opere e iniziative su Lizzi e fa un appello: “Nell’anno di “Agrigento Capitale della Cultura” è doveroso che la nostra città dia un segnale in ricordo del suo più grande musicista e compositore Michele Lizzi , profondamente legato alla sua terra nell’ispirazione al mito della Valle D’AKRAGAS con le sue composizioni eseguite negli anni ’60 nei maggiori teatri siciliani e non solo.
Chiedo a tutti, in primis alle Istituzioni e alle Associazioni del territorio, oltre che ai privati cittadini, di aderire a questo progetto che porto avanti da tempo in nome di Michele Lizzi.
In prima battuta è previsto per giorno 20 marzo, presso il Circolo Empedocleo di Agrigento, un evento in forma di concerto in occasione del 53simo dalla morte e in cui si eseguiranno brani del Maestro Lizzi insieme ad artisti e giovani talenti coraggiosi e impegnati nel progetto. Seguiranno iniziative sempre più importanti.
Se Enti pubblici (già sensibilizzati da tempo) e Istituzioni o Associazioni private, volessero dare sostegno e collaborazione in qualsiasi modo e in qualsiasi senso, fatemelo sapere, grazie”.
Nato ad Agrigento nel 1915 e scomparso a Messina il 31 marzo 1972, Michele Lizzi è stato un pianista, compositore e direttore d’orchestra che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia musicale italiana. La sua opera, intrisa del fascino della sua terra natale, continua a ispirare studiosi e appassionati, rappresentando un ponte tra la tradizione siciliana e l’innovazione musicale del Novecento.
Cresciuto in una famiglia di artisti, il giovane Michele fu influenzato sin da piccolo dalla passione musicale trasmessa dal padre, direttore della banda del V Reggimento di fanteria. Dopo gli inizi ad Agrigento, Lizzi si trasferisce a Roma per frequentare il Conservatorio Santa Cecilia, dove affinò le sue capacità sotto la guida di maestri come Tito Aprea e Mario Pilati. L’incontro con Ildebrando Pizzetti rappresentò un momento cruciale, consolidando la sua formazione e aprendo la strada a una carriera che lo vide protagonista nei principali conservatori italiani.
La carriera di Michele Lizzi è caratterizzata da un percorso poliedrico e innovativo. Il compositore si distingue nel panorama operistico italiano grazie a notevoli opere di valore, tra cui:
L’amore di Galatea : opera in tre atti con libretto di Salvatore Quasimodo, che confermò la sua capacità di fondere poesia e musica.
La sagra del Signore della Nave : trasposizione musicale dell’atto unico di Luigi Pirandello, che evidenzia la sua sensibilità nel dialogo tra tradizione teatrale e innovazione compositiva.
Questi lavori non solo testimoniano la sua abilità tecnica, ma anche la capacità di trasmettere emozioni e riflessioni profonde, rendendo omaggio alle radici culturali della Sicilia.
L’ispirazione di Lizzi scaturì in gran parte dal paesaggio e dalla storia millenaria di Agrigento, anticamente nota come Akragas. I templi, le leggende e l’eco della Magna Grecia infusero nelle sue composizioni un’atmosfera unica, capace di evocare il mistero e la sua terra. Questa connessione profonda ha reso la sua musica non solo un’espressione artistica, ma anche un documento culturale che racconta la storia e l’identità di Agrigento
Nonostante la prematura scomparsa, il contributo di Michele Lizzi alla musica italiana continua a vivere attraverso iniziative culturali e commemorazioni. Eventi, convegni e concerti dedicati al suo nome stanno riscoprendo un patrimonio artistico troppo a lungo relegato all’oblio. Queste iniziative non solo celebrano il genio del compositore, ma offrono anche l’opportunità di riflettere sul ruolo della tradizione musicale siciliana nel panorama nazionale, stimolando una rinnovata attenzione verso la cultura e la storia della nostra terra.
La figura di Michele Lizzi rappresenta un esempio straordinario di come la passione per la musica possa trasformarsi in un’eredità culturale inestimabile. Il suo percorso, dalle radici agrigentine alla consacrazione nei maggiori conservatori italiani, testimonia un viaggio artistico che ha saputo unire tradizione e innovazione. Riscoprire e valorizzare la sua opera significa non solo onorare un grande maestro, ma anche riaffermare l’identità culturale di Agrigento e dell’intera Sicilia. La musica di Lizzi è un invito a non dimenticare le nostre radici, stimolando un dialogo continuo tra passato e presente, per un futuro in cui la cultura resta protagonista.
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