“Ho sperato che tutto, in un modo o nell’altro, potesse risolversi. Non è stato così”.
Anni e anni di lavoro, la passione, le soddisfazioni ma anche le difficoltà perchè il mestiere del giornalista è carico di responsabilità ma è qualcosa che si ha dentro e che è difficile da debellare. Ma la minaccia per tanti giornalisti di perdere il lavoro è ormai dietro l’angolo. Storiche tv private alle prese con la crisi e costrette a chiudere i battenti. Si spegne un’altra voce dell’informazione: il Presidente di Tele Radio Sciacca, assistito dal suo legale e dal suo commercialista, ieri ha convocato gli ultimi dipendenti rimasti, i fedelissimi, per comunicare che l’azienda non è più in condizioni di andare avanti e che, quindi, cesserà le proprie attività ed andrà in liquidazione. E , così, nei prossimi giorni, i dipendenti riceveranno una lettera di licenziamento. C’è tanta amarezza nelle parole che Toni Fisco, il giornalista che più a lungo ha lavorato per il notiziario di TRS, ha affidato ai social: “Era nell’aria da tanto tempo ma speravo che questo giorno non arrivasse mai. Invece è accaduto. Per quanto mi riguarda, si chiude un’epoca! Ho iniziato per gioco in radio a soli 15 anni; dopo qualche anno è arrivato il passaggio in televisione e da quel momento, tranne che per il periodo in cui ho fatto il militare, l’impegno si è via via intensificato fino a trasformarsi nel lavoro della mia vita. Per decenni siamo stati un punto di riferimento importante per la città e per il territorio circostante. Ma da qualche anno le cose, dal punto di vista economico, non sono andate più per il verso giusto. Per la voglia di continuare e per l’attaccamento all’azienda ho accettato di tutto: dai contratti di solidarietà alla cassa integrazione, fino alla trasformazione del contratto da tempo pieno a part time. Ho lavorato per mesi e mesi senza stipendio. Ho sperato che tutto, in un modo o nell’altro, potesse risolversi. Non è stato così ed oggi finisce una storia importante che ha caratterizzato tutta la mia vita e che mi ha dato la possibilità di rendere un servizio alla comunità di cui faccio parte, tenendola informata con scrupolo e passione.”
Il miglioramento degli strumenti tecnologici si paga a caro prezzo e questo sta portando alla condanna molte delle televisioni locali.
Diverse tv hanno dovuto spegnere il segnale perché escluse dalla graduatoria delle concessionarie di un canale nel digitale terrestre con tecnologia Dvbt-2. E per le emittenti che sono rientrate con una frequenza di II livello, cioè con capacità trasmissiva di livello provinciale e spesso anche fuori il territorio in cui operano, il “nuovo” digitale ha rappresentato un vistoso aumento dei costi per gli editori. Per le tv provinciali si parla di un canone annuo molto alto, rispetto a quello precedente, da corrispondere al fornitore della banda. Tra le cause delle crisi c’è anche la recessione del mercato pubblicitario. A rischio tantissimi posti di lavoro tra tecnici e giornalisti. Si sta disperdendo un patrimonio culturale e sociale, il sistema televisivo migliore non è quello che dà voce solo ai più forti, ma quello che riesce a dare voce a tutti.