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Home » Sanità » Turni stressanti sui cardiologi del San Giovanni di Dio: la vicenda approda all’Ars

Turni stressanti sui cardiologi del San Giovanni di Dio: la vicenda approda all’Ars

Valentina Alaimo Di Domenico Vecchio
15 Dicembre 2021
in Sanità
medici
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Turni stressanti per i medici dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento. La vicenda   approda all’ars , in  audizione ,  in commissione sanità e il commissario dell’Asp agrigentina, Mario Zappia, si è impegnato  a diminuire la pressione sui cardiologi  e di dare un incentivo per chi andrà ad operare in zone “disagiate” e poco appetibili, quale può essere Licata dove ci sarebbe poco da imparare. In questo modo si potrebbe dare una sanità efficiente anche a Licata.

Il deputato del regionale del M5S, Giovanni Di Caro, era tornato sulla vicenda dei cardiologi del San Giovanni di Dio e aveva  presentato una interrogazione  al presidente della Regione Musumeci e all’assessore alla Salute Razza, per chiede provvedimenti per garantire turni di lavoro consoni e serenità ai lavoratori.  Il personale medico si è più volte prestato ad eseguire turni di servizio a Licata attraverso prestazioni aggiuntive fuori dal normale orario di servizio. Cardiologi che hanno scritto una lettera aperta ai cittadini mettendo nero su bianco le criticità che vivono e le conseguenze per i pazienti. I camici bianchi lamentavano l’eccessivo carico di lavoro dovuto a ordini di servizio che prevedono il loro impiego in attività ambulatoriali nell’ospedale San Giacomo D’Altopasso di Licata.

“Una situazione  precaria ed emergenziale- scriveva Di Caro nella relazione presentata alla commissione- il direttore di dipartimento ha autorizzato l’apertura degli ambulatori, le cui prestazioni, tra l’altro esigue, potrebbero essere effettuate altrove; mettendo in tal modo ancora di più in crisi il sistema per la presenza di due medici contemporaneamente in ogni turno mattutino, con conseguente scopertura di almeno 20 turni mensili pomeridiani.

Per porre rimedio a ciò è stata attivata la mobilità d’urgenza, una procedura straordinaria e illegale per 2 medici della cardiologia di Agrigento con evidenti ripercussioni negative, in termini di disservizi e disagi dell’unità con conseguente aumento del rischio clinico dei pazienti. I provvedimenti  non sono stati concordati con il direttore della cardiologia di Agrigento anche in considerazione delle numerose attività svolte e della pianificazione delle ferie dei dirigenti medici. Non si comprende in virtù di quale principio i due medici della cardiologia di Licata debbano scegliersi i turni di guardia trascurando le esigenze dei cardiologi di Agrigento.

Si ricorda che l’attività ambulatoriale della cardiologia di Licata, alquanto esigua, non rientra nei Livelli Essenziali di Assistenza, per cui sarebbe ragionevole non impiegare due medici nella turnazione mattutina, specialmente in una situazione emergenziale, per cui paradossalmente per assicurare l’attività ambulatoriale della cardiologia di Licata si dovrà interrompere quella di Agrigento. La cardiologia del San Giovanni di Dio rimane carente da due anni di una unità medica e contemporaneamente deve privarsi di altri due sanitari per consentire a quelli di Licata anche di usufruire di congedi ordinari (ferie) e straordinari (partecipazione a congressi).”

 

“Non possiamo privare il “San Giacomo d’Altopasso” di Licata del reparto di Cardiologia. Per noi – ha puntualizzato il commissario provinciale dell’Asp Mario Zappia – non ci sono cittadini di serie A e cittadini di Serie B”. Zappia non ha gradito che le lamentele dei cardiologi dell’Ospedale di Agrigento siano state diffuse a mezzo stampa. “Da parte dei cardiologi del San Giovanni di Dio – dice – mi aspettavo uno spirito collaborativo e aziendalista, così come hanno fatto i colleghi di Sciacca che non si sono mai lamentati del fatto che devono assicurare turni anche a Licata coprendo una distanza maggiore rispetto a chi presta servizio al San Giovanni di Dio. I distretti ospedalieri – ricorda il commissario – costituiscono un’unica entità organizzativa di tipo ospedaliero, ancorché articolati su più stabilimenti anche con sede in comuni diversi. Per questa ragione – continua il manager – è nostro compito assicurare l’erogazione uniforme dell’attività ospedaliera sull’intero territorio di riferimento. Inoltre – continua Zappia – va garantita la riorganizzazione delle attività ospedaliere in funzione delle modalità assistenziali, dell’intensità delle cure, della durata della degenza e del regime di ricovero”. L’Azienda sanitaria provinciale gestisce in tutto 5 ospedali, suddivisi in due distretti ospedalieri. Del distretto numero 1 fanno parte il “San Giovanni di Dio” di Agrigento, “San Giacomo d’Altopasso” di Licata e “Barone Lombardo” di Canicattì. Del distretto Ag2, fanno, il  “Giovanni Paolo II” di Sciacca e il  “Fratelli Parlapiano” di Ribera. Per sopperire all’attuale carenza in pianta organica di 12 posti bisognerà aspettare il 2022 quando saranno banditi nuovi concorsi. “Entro il 31 dicembre – conclude Zappia – è prevista l’approvazione dalla dotazione organica. Dopo saremo in condizioni di bandire nuovi concorsi a tempo determinato sperando che costituiscano un attrattiva diversa rispetto a contratti a termine”.

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