Nel 2024 la Sicilia ha registrato dati turistici in crescita, consolidando la sua posizione tra le mete più ambite in Italia.
Tuttavia, la situazione di Agrigento si discosta nettamente dal trend regionale: l’Osservatorio turistico dell’Assessorato al Turismo della Regione Siciliana segnala per il 2024 un calo del 9,6% nelle presenze turistiche in provincia, a fronte di un modesto incremento dell’1,4% negli arrivi. Questo significa che i turisti continuano ad arrivare, ma scelgono di soggiornare meno a lungo, penalizzando l’indotto locale.
Le cause del calo delle presenze turistiche ad Agrigento sono molteplici e ben documentate dagli operatori del settore. Secondo Federalberghi tra le cause principali si evidenziano:
“- le persistenti problematiche infrastrutturali, in primis la mancanza d’acqua,
– la negativa esposizione mediatica conseguente,
– e l’assenza di un piano di programmazione coerente con la proclamazione di Capitale Italiana della Cultura 2025, la quale avrebbe dovuto rappresentare un volano di sviluppo e rilancio, ma che ad oggi non ha ancora prodotto risultati concreti e visibili”.
La principale criticità è la persistente crisi idrica, con turni di erogazione che arrivano anche a 12 giorni di attesa. Questa situazione ha generato una pessima pubblicità, con numerose cancellazioni e riduzioni delle prenotazioni. I turisti, soprattutto stranieri, temono di trovare piscine vuote e servizi essenziali compromessi, chiedendo rassicurazioni sulla disponibilità d’acqua prima di prenotare. Oltre alla crisi idrica, pesa la fragilità delle infrastrutture: strade, trasporti e servizi non sono all’altezza delle aspettative di un turismo moderno e internazionale. Gli operatori lamentano la mancanza di investimenti strutturali, che rendono difficile garantire standard adeguati ai visitatori.Nonostante la nomina a Capitale Italiana della Cultura 2025, manca un piano di programmazione coerente e una strategia di comunicazione efficace. Gli operatori denunciano la distanza tra la narrazione ufficiale e la realtà quotidiana, con iniziative spesso concentrate su eventi e inaugurazioni, ma senza interventi strutturali di rilancio e valorizzazione dell’offerta turistica.
A livello regionale, si registra una crescita degli affitti brevi (+20%), segno di una trasformazione nelle preferenze dei viaggiatori, che scelgono formule più flessibili e talvolta alternative alle strutture tradizionali. Mentre Agrigento soffre, altre province siciliane mostrano dati in crescita o comunque stabili. Taormina, ad esempio, si conferma meta di riferimento con 1.367.708 presenze nel 2024 e una lieve diminuzione dell’1,45% rispetto al record del 2023, ma con una forte presenza di turisti stranieri, soprattutto dagli Stati Uniti e dal Regno Unito. Il turismo internazionale, in generale, traina la ripresa dell’isola, ma ad Agrigento la crisi idrica e la cattiva pubblicità hanno annullato i potenziali benefici di questo trend.
Federalberghi Agrigento, per voce del presidente provinciale Francesco Picarella, “esprime profonda preoccupazione per la situazione attuale e per le prospettive future, ritenendo non più rinviabile l’apertura di un tavolo di lavoro interistituzionale, che coinvolga enti locali, operatori turistici, associazioni di categoria e Regione Siciliana.“Occorre avviare un’analisi puntuale delle criticità e pianificare interventi concreti, a partire da una strategia di comunicazione efficace e da azioni mirate di valorizzazione dell’offerta turistica. Meno inaugurazioni e passerelle, più ascolto e confronto operativo con chi lavora quotidianamente sul territorio – dichiara Francesco Picarella Presidente Provinciale Federalberghi” Infine Picarella nel suo comunicato sottolinea che Federalberghi Agrigento “rinnova la propria disponibilità al dialogo e alla collaborazione, ma ribadisce la necessità di passare urgentemente dalle parole ai fatti”.
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