I giudici della seconda sezione penale del tribunale di Agrigento, presieduta da Wilma Angela Mazzara, hanno disposto una perizia per verificare i contenuti delle conversazioni, al processo sulla truffa del finto cardinale e della fantomatica base militare a Punta Bianca. Il personaggio principale dell’intera inchiesta, Luciano Montemurro, 63 anni di Favara, ha scelto il rito abbreviato. Gli altri due imputati, i fratelli Angelo e Diego Favata, 58 e 50 anni, di Canicattì, difesi dagli avvocati Calogero Meli e Paolo Ingrao, sono stati rinviati a giudizio, e ha preso il via l’approfondimento dibattimentale.
Nella lista delle vittime inconsapevoli anche il generale dell’Esercito Luciano Portolano che sarebbe stato da loro indicato come futuro comandante della base e persino come destinatario delle somme di denaro richieste. Il processo è scaturito dalla presunta maxi truffa su falsi posti di lavoro promessi in cambio di tangenti alla fantomatica base in costruzione a Punta Bianca. Montemurro nelle riunioni con i truffati si sarebbe presentato come “Cardinale vescovo di Monreale”, una personalità di rilievo politico e sociale tale da poter, appunto, garantire assunzioni.
Sarebbero quasi 150 le vittime tra le province di Agrigento, Caltanissetta e Palermo. I truffati avrebbero versato somme a partire da 2.500 euro per saltare l’esame di assunzione.
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