La ragazzina veniva venduta per pochi euro e portata in case di campagna.
Tutte confermate le misure cautelari emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo, Guglielmo Nicastro, a carico dei sei indagati per presunti atti sessuali su una ragazzina di 13 anni, a Menfi e Gibellina. Restano in carcere la madre della piccola e Pietro Civello, di 63 anni, di Gibellina, indagati per induzione alla prostituzione minorile. Ai domiciliari gli altri quattro indagati, tre dei quali di Menfi. Al Tribunale del Riesame, riassume il GDS, è passata la linea della Procura della Repubblica di Palermo che con il sostituto Ferdinando Lo Cascio ha sostenuto, in udienza, l’attendibilità delle dichiarazioni della giovane e insistito nella richiesta di conferma delle misure cautelari.
L’avvocato Vallone difende anche Civello, mentre la madre della giovane, una romena che vive a Menfi, è assistita dall’avvocato Nino Sutera.
La piccola, che è stata allontanata da casa già nel dicembre del 2017, quando sono state avviate le indagini, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Palermo, sarebbe stata costretta a subire rapporti sessuali e la madre l’avrebbe accompagnata nei luoghi dove si consumavano gli incontri per somme che andavano dai 30 ai 200 euro.
Per le difese il racconto della ragazzina non è attendibile e i legali hanno contestato anche le esigenze cautelari e i gravi indizi di colpevolezza. I particolari sul Giornale di Sicilia in edicola questa mattina.
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