CANICATTI’. La presidente del Consorzio idrico Tre Sorgenti di Canicattì, Jessica Lo Giudice, “rompe” il silenzio e risponde alle accuse mosse dal gestore provinciale e dai sindaci sui disservizi nell’erogazione dell’acqua ai Comuni serviti.
“Il Consorzio – spiega la giovane presidente – ha garantito la funzionalità degli impianti, operando le riparazioni straordinarie, nei mesi di giugno, luglio, agosto e settembre, ritenute necessarie al fine di garantire il “vettoriamento” delle proprie acque e di quelle immesse dalla Gestione Commissariale della Società Girgenti Acque. Nonostante l’efficiente lavoro effettuato con il peso economico gravante solamente sul bilancio del Consorzio – aggiunge – la condotta continua ad essere soggetta a notevoli volumi di acqua immessi dal Gestione Commissariale della Società Girgenti acque, nonostante in diverse occasioni la struttura tecnica dell’ente avesse spiegato e comunicato che ciò avrebbe portato ad ennesime rotture nella condotta stessa”.
Lo Giudice punta il dito su una prassi sbagliata che rischia di compromettere ancora di più la già vetusta rete.
“Per una prassi ereditata che non contiene nessuna logica amministrativa e tecnica – spiega – la Gestione Commissariale non ha mutato atteggiamento, non rispettoso del Consorzio e delle comunità servite. Continuare ad immettere acque nelle nostre condotte senza mai farsi carico di alcun costo e soprattutto senza nessuno accordo ed ignorando gli allert che la struttura tecnica del nostro consorzio ha più volte evidenziato, causa una continua degenerazione della condotta che subisce rotture continue per l’eccessiva pressione non sostenibile da una condotta che è ormai centenaria. Rotture come quelle di questa notte, in contrada Muxarello, causata appunto da una immissione sproporzionata alla tenuta di una condotta vetusta che ad oggi, dagli studi effettuati da questo Consorzio, potrebbe solamente soddisfare solamente i Comuni consorziati quali Palma di Montechiaro, Grotte e Racalmuto”.
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