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Home » FUORI PROVINCIA » Trasporto pubblico in Sicilia. Campo: Un Far West, la Regione sborsa 156 milioni ma non controlla

Trasporto pubblico in Sicilia. Campo: Un Far West, la Regione sborsa 156 milioni ma non controlla

Redazione Di Redazione
9 Ottobre 2018
in FUORI PROVINCIA, note ufficiali
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La deputata regionale accanto al sindacato FAST Confsal Sicilia: “Corse fantasma, duplicazione di tratte da più aziende e paesi lasciati totalmente scoperti. Tariffe speciali fantasiose con aziende che incassano il doppio per le stesse corse. Basta tagli, ma vengano rispettati i contratti di servizio”.

Palermo 4 ottobre 2018 – “Corse speciali a tariffe diverse anche sulla stessa tratta, duplicazioni di corse con compagnie differenti e paesi totalmente scoperti, pubblicazione di orari difformi tra il sito della Regione rispetto agli orari realmente applicati, autisti oberati di lavoro e caricati di mansioni improprie, viaggi fantasma e nessun ispettore regionale a vigilare che le aziende rispettino il contratto con Regione Siciliana. Morale: il trasporto pubblico in Sicilia è un far west sebbene sborsi 74 milioni per il trasporto extraurbano e 82 per quello urbano”. A denunciarlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle che, dopo mesi di interlocuzioni e incontri con comitati di viaggiatori, sindacati ed esperti, ha ricevuto in Assemblea Regionale Siciliana i rappresentanti del FAST CONFSAL del pubblico trasporto in Sicilia.

All’incontro, avvenuto le scorse ore, nel gruppo parlamentare M5S a Palazzo dei Normanni, erano presenti il segretario regionale Giovanni Lo Schiavo, il segretario aggiunto trasporti pubblici locali Giuseppe Cottone, il delegato regionale Sergio Crisafulli e il responsabile sindacale Fabrizio Maniaci.  In un precedente appuntamento, alla presenza anche della deputata 5 stelle Elena Pagana, era stato ascoltato Silvio Trovato, consulente ed esperto di trasporto.

“Da mesi – spiega Stefania Campo – sto monitorando le linee di trasporto pubblico in Sicilia e sto scoprendo un mondo di incongruenze, duplicazione di servizi e totale deregulation. Il tutto per il semplice fatto che la Regione Siciliana spende 156 milioni di euro l’anno, ma non controlla, o probabilmente non vuole controllare. Dai servizi speciali, alle corse cancellate ma rimborsate, dalla mancanza di collegamento di molti paesi, alla sovrabbondanza di corse per le stesse destinazioni o totali incongruenze degli orari pubblicati sul sito della Regione e quelli delle aziende, per non parlare del carico di lavoro sulle spalle degli autisti oberati anche di mansioni improprie”.

“Siamo assolutamente contrari ai tagli – hanno spiegato i sindacalisti – ma altrettanto determinati a vigilare il corretto espletamento dei servizi, dalla parte in primis dei viaggiatori, e del rispetto delle norme che tutelano i lavoratori”.

“Abbiamo accolto tutte le richieste e i suggerimenti delle sigle sindacali, dei lavoratori del settore e dei passeggeri – aggiunge Campo – ma ci stupisce il fatto che la Regione, pur ricevendo tali segnalazioni da anni, non ha mai né controllato, né sanzionato, come se ci fosse una sorta di connivenza tra chi non rispetta i contratti e chi dovrebbe controllarli. Sarebbe bastato dotare tutte le flotte di pullman di sistemi gps per controllare in tempo reale, luoghi e orari in cui si trovano i mezzi. Una soluzione che proponiamo per il prossimo piano dei trasporti e che potrebbe dare un servizio utile ai passeggeri, monitorando in tal modo su apposite app gli orari d’arrivo e delle partenze dei rispettivi autobus. Si tratta – conclude Campo – di soluzioni di assoluto buon senso senza variazioni di spesa che auspichiamo il governo regionale colga in maniera fattiva”.

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