La drammatica suddivisione è stata fatta dalla Prefettura di Agrigento, grazie alla grande disponibilità dei sindaci agrigentini. I feretri sbarcati dal traghetto Las Palmas sulla banchina del porto di Porto Empedocle sono stati trasferiti verso i paesi dove saranno tumulati. Si tratta delle vittime dell’ultimo naufragio avvenuto alla vigilia di ferragosto al largo di Lampedusa. Ventisette i cadaveri recuperati. Una neonata di 11 mesi, il papà e un’altra persona verranno tumulati a Canicattì; tre adulti a Palma di Montechiaro, due a Grotte, uno a Castrofilippo e un altro migrante a Joppolo Giancaxio.
A Canicattì sono intanto arrivate tre bare, fra cui quelle di padre e figlia originari della Somalia. “C’è sempre stata la nostra disponibilità. Canicattì ha dato, fino ad ora, sepoltura ad almeno 130-140, migranti. Dobbiamo essere solidali, perdono la vita per trovare un po’ di pace, per inseguire lavoro e futuro. Tocca il cuore tutto questo. Spesso non ci si pensa. Una mamma che si mette in mare, su una barchetta fatiscente, con la figlioletta di appena 11 mesi: è questa la disperazione!”. Ha detto il sindaco di Canicattì, Vincenzo Corbo.
“Oggi, ancora una volta, il cimitero comunale di Palma di Montechiaro ha aperto le sue porte per accogliere tre ulteriori salme di vittime dell’ultimo tragico naufragio. Questa città, che ha saputo rispondere con dignità e umanità a decine di queste tragedie in passato, non farà mancare la propria accoglienza. Anche domani saremo presenti, al fianco del Prefetto di Agrigento, per garantire un degno ultimo saluto a chi ha perso la vita nel mare”. Lo ha detto il sindaco di Palma, Stefano Castellino.
“Non si tratta solo di un rito civile – ha aggiunto Castellino -, ma di un gesto di umanità che parla al cuore dell’Italia e dell’Europa: non possiamo restare in silenzio, né delegare solo agli organismi internazionali o alle Ong il compito di custodire la memoria delle vite spezzate. Non possiamo consentire alle organizzazioni criminali di continuare con questa vergognosa tratta di essere umani. Il Mediterraneo deve tornare ad essere mare di Vita non di morte: basta vite spezzate che urlano dolore. L’occidente non può depauperare il continente africano ancora oggi nel 2025 e lasciare morire nella disperazione assoluta questi nostri vicini di casa: uomini, donne e bambini che urlano il loro dolore”.
Palma di Montechiaro si conferma ancora una volta come terra di frontiera ma anche di solidarietà. “La nostra risposta umana è la forza di chi crede in un mondo più giusto. Colgo l’occasione per esprimere il mio totale sostegno al Governo guidato dal presidente Giorgia Meloni per l’impegno concreto nel voler regolamentare il fenomeno migratorio e per la visione strategica del Piano Mattei, volto a sostenere lo sviluppo dell’Africa e a rimuovere le cause profonde di queste migrazioni disperate. Solo con azioni concrete e con una visione globale – conclude – potremo sperare di prevenire altre tragedie e costruire un futuro di pace e dignità per tutti”.
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp
