“Rania veniva Palermo a trovarmi perchè siamo fidanzati, e dove io vivo, e mia aiutava nella mia agenzia di scommesse. Lei con la droga non c’entra nulla”. Vincenzo Giudice, quarantaduenne palermitano, già condannato a 18 anni di reclusione nello stralcio abbreviato dell’inchiesta, ha deposto in aula, tentando di scagionare la compagna Rania El Moussaid, 34 anni, di Casablanca (Marocco), ma da sempre residente ad Agrigento.
Il processo è scaturito nell’ambito dell’inchiesta “Up Down” (su e giù), su un traffico di sostanze stupefacenti, soprattutto cocaina, dal nord dell’Europa alla Sicilia, smantellato dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Agrigento, e dai militari dell’Arma della Tenenza di Favara, all’alba della vigilia di Natale di tre anni fa.
Oltre alla giovane marocchina, sul banco degli imputati siedono, Carmelo Fallea, 44 anni di Favara, Carmelo Vaccaro, 41 anni di Favara, Calogero Presti, 47 anni di Agrigento, Gaspare Indelicato, 37 anni di Favara. Sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico, detenzione e spaccio di cocaina ed hashish. Compongono il collegio difensivo, gli avvocati Salvatore Pennica, Antonino Gaziano, Salvatore Virgone e Giovanni Castronovo.