I carabinieri della Compagnia di Licata, questa notte, hanno eseguito quattro misure cautelari, a carico dei componenti dell’ormai noto gruppo di torturatori nei confronti di disabili licatesi. Tre indagati sono finiti in carcere, per un altro – una donna ventisettenne, familiare di uno degli arrestati, – è stato disposto il divieto di avvicinamento. I particolari dell’operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa, alla presenza del comandante provinciale, colonnello Vittorio Stingo, del comandante della Compagnia di Licata, capitano Francesco Lucarelli, e del tenente Carmelo Caccetta.
Alcuni degli indagati, è emerso dalle indagini, hanno fatto di tutto per minimizzare le violenze che i disabili avevano subito, ma hanno anche tentato di comprare il silenzio di una vittima, offrendo dalle 50 alle 100 euro. Le misure, richieste dalla Procura di Agrigento, che ha coordinato le indagini, ed emesse dall’Ufficio del Gip del Tribunale, si sono rese necessarie in quanto lo svolgimento dell’attività investigativa ha permesso di scoprire grazie ad un’attenta analisi dei telefoni cellulari in uso ai responsabili, nuovi episodi di violenza contro un’ulteriore vittima.
Ma soprattutto come emerso in più circostanze, i protagonisti di questa vicenda abbiano minacciato, malmenato e tentato di pagare una delle vittime al fine di far ritrattare le sue dichiarazioni difronte ai giudici. Inoltre, in una circostanza, uno degli indagati, che si trovava agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico, dopo essersi fatto autorizzare dall’Autorità’ giudiziaria per una visita medica, si è’ recato dalla vittima per minacciarla, e costringerla a ritrattare le denunce dinanzi al giudice.
Gli arrestati sono stati tradotti presso la Casa circondariale di Agrigento. L’Arma della gente continua ad essere quotidianamente vicina alle persone più deboli che necessitano di essere rassicurate.
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