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Home » Cronaca » Tesori romani recuperati nel mare di Agrigento: reperti storici affidati alla tutela

Tesori romani recuperati nel mare di Agrigento: reperti storici affidati alla tutela

Lorenzo Rosso Di Lorenzo Rosso
9 Agosto 2024
in Cronaca
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Il mare agrigentino continua a restituire grandi tesori del passato.Due importanti reperti di epoca romana sono stati recuperati nel mare di Agrigento e affidati alla tutela del Parco Archeologico della Valle dei templi, per le prime azioni di restauro e di conservazione.
I reperti, di particolare interesse storico, sono stati ritrovati nel corso di un’operazione conclusa nei fondali di Cannatello nei pressi della località balneare di San Leone. Si tratta di alcune parti in piombo, in particolare di un ceppo mobile e della contromarra di un’ancora appartenente a una piccola imbarcazione, probabilmente di epoca romana.
«Il mare con i suoi fondali continua a regalarci grandi emozioni, oltre che reperti preziosi per la conoscenza della storia – ha commentato con particolare soddisfazione l’assessore regionale ai Beni culturali e all’identità siciliana Francesco Paolo Scarpinato nel dare la notizia del ritrovamento, ringraziando la Sovrintendenza regionale del mare e l’arma dei Carabinieri oltre a tutti gli altri enti che hanno contribuito al recupero dei reperti. L’operazione di tutela era stata avviata in seguito di una segnalazione da parte dell’associazione BCsicilia. La Soprintendenza del Mare ha poi coordinato l’intervento avvalendosi della collaborazione dei militari del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo e del Nucleo Sommozzatori dei Carabinieri di Messina che hanno operato con grande professionalità.
Al recupero hanno preso parte, oltre ai subacquei dei Carabinieri, Fabrizio Sgroi, responsabile di zona della Soprintendenza del Mare, e Francesco Urso del Gruppo subacqueo di BCsicilia. Erano presenti inoltre i militari del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri di Palermo e il Responsabile del Gruppo subacqueo di BCsicilia Gaetano Lino. Dopo la scoperta, il 20 luglio scorso, del ceppo (lungo 102 cm.) e della contro marra (lunga 65 cm circa) da parte di Francesco Urso, BCsicilia aveva informato prontamente la Soprintendenza del Mare fornendo l’esatta posizione e chiedendo un intervento in quanto i due importanti reperti di interesse archeologico risultavano in grave pericolo di trafugamento perché adagiati ad alcune decine di metri dalla battigia e a bassissima profondità. Nella stessa area tempo fa erano state rinvenute, cinque ancore bizantine, due lingotti plumbei con bollo, un cannone medievale, una bombarda in ferro dello stesso periodo, oltre ad alcune decine di ancore litiche ad uno e a tre fori, che dimostrano la presenza di un antichissimo approdo alla foce del fiume Naro, che sfocia proprio nell’area. Tutti questi reperti erano stati rigorosamente posizionati e rilevati spesso con la tecnica 3D dai volontari del Gruppo subacqueo di BCsicilia e trasmessi alla Soprintendenza del Mare.
Gli specialisti archeologi ritengono che le ricerche sistematiche mirate fin qui fatte porterebbero alla scoperta di dati utili alla comprensione dell’uso dell’area della foce del fiume Naro nei millenni passati e quindi di parte della nostra storia. Pare già certo che il sito in esame possa definirsi uno dei grandi depositi di reperti archeologici mai rinvenuti.
Il mare di Cannatello si conferma un’area di grande interesse archeologico, non solo per i tesori custoditi dal suo mare, ma per la presenza – meno nota al grande pubblico – di un villaggio primitivo nell’area di via Cavaleri Magazzeni. L’intero specchio di mare infatti continua ad essere anche monitorato per prevenire il saccheggio dei fondali.

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