Appalti e tangenti, la Procura di Agrigento nomina un pool di esperti per analizzare i dispositivi sequestrati
Un pool di esperti informatici è stato incaricato dalla Procura di Agrigento per analizzare i dispositivi elettronici sequestrati nel corso delle indagini su un presunto sistema di tangenti e appalti truccati. Gli specialisti avranno il compito di estrapolare i messaggi e le comunicazioni presenti nei telefoni e nei dispositivi utilizzati dagli indagati per ricostruire ruoli e responsabilità all’interno della presunta organizzazione.
La decisione, com riporta il Gds, in edicola questa mattina, è stata formalizzata dal procuratore Giovanni Di Leo, che ha ottenuto il via libera del giudice per le indagini preliminari per avvalersi della consulenza di due esperti, in supporto ai tecnici della polizia giudiziaria.
L’indagine ha già portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 14 persone, tra cui imprenditori, funzionari pubblici e politici. Secondo gli inquirenti, sarebbero emersi gravi indizi di un sistema collusivo che avrebbe coinvolto gare d’appalto, assegnazioni di lavori pubblici e affidamenti, anche in settori cruciali per lo sviluppo del territorio.
Il procuratore Di Leo ha sottolineato la necessità di una risposta forte alle “criticità evidenti” che emergono dalla gestione delle opere pubbliche, spesso rallentate o compromesse da inefficienze e da presunti interessi illeciti. «Non è sufficiente confidare nell’ordine della magistratura – ha affermato Di Leo – ma occorre uno sforzo corale per alzare il livello del dibattito pubblico e garantire la legalità e la trasparenza».
Il riferimento è anche alla drammatica situazione delle infrastrutture agrigentine, con opere incompiute o rallentate, che impattano sulla vita quotidiana dei cittadini.
Il procuratore ha quindi lanciato un appello alla collaborazione tra istituzioni e società civile per riportare fiducia nelle istituzioni e isolare chi, approfittando del proprio ruolo, tradisce la legge e la collettività.
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