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Home » L’angolo di don Diego » Sul dovere della memoria di confrontarsi con la storia

Sul dovere della memoria di confrontarsi con la storia

Valentina Alaimo Di Diego Acquisto
20 Luglio 2023
in L’angolo di don Diego
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Anche da  questo nostro angolo vogliamo assolvere  a questo dovere, richiamando l’attenzione su qualche data particolare. E, discorso facendo, anche su qualche evento di particolare valenza storico-pastorale, che ha interessato e continua ad interessare il tessuto socio-religioso di questo nostro territorio agrigentino.

 Intanto la data che mi ha sollecitato a scrivere,  riguarda la nobile, eroica figura  di  Don Giovanni Minzoni, il cui centenario  della tragica morte ricorre il prossimo 23 agosto; un centenario questo che  proprio nell’agrigentino,   non dovrebbe restare avvolto nel silenzio.

 Oltre tutto,  riguarda un personaggio a cui  Agrigento-città ha voluto dedicare  una delle sue Piazze più significative, cioè   quella antistante la Cattedrale di S. Gerlando ed il Seminario Arcivescovile. Una dedicazione a don Giovanni Minzoni di questa piazza,  avvenuta durante  l’episcopato del grande, Mons. Giovanni Battista Peruzzo arcivescovo-vescovo di questa nostra diocesi dal 1932 al 1963. Volutamente abbiano voluto scrivere arcivescovo-vescovo per Mons. Peruzzo, perché per Lui, nel corso degli anni, subito dopo la guerra,  c’è stato un apposito decreto della Santa Sede che gli ha attribuito,  – (per i suoi tanti, riconosciuti meriti pastorali e non solo!)  –  il titolo “ad personam” di arcivescovo; titolo che non avevano avuto i suoi  predecessori e che non avrebbero i avuto i suoi successori, sino a quando   sul finire dell’Anno Santo del 2000,  questa nostra diocesi, nel quadro delle riorganizzazione voluta da Papa Giovanni Paolo II del territorio ecclesiastico siciliano, esaminando l’ampia e precisa documentazione storica presentata dal vescovo Mons. Carmelo Ferraro, -(che a sua volta l’aveva ricevuta da Mons. Domenico de Gregorio),-   è stata elevata a sede metropolitana, con due diocesi suffraganee: Piazza Armerina e  Caltanissetta.

 Dal dicembre del 2000 perciò  tutti i Vescovi di Agrigento,  appena nominati,  hanno il titolo di arcivescovo-metropolita.  Non  solo !  anche la Curia e lo stesso Seminario diventano arcivescovili, con tutto quello che anche in termini di responsabilità giuridicamente questo  cambio comporta.

Ritornando a don Giovanni Minzoni (1885-1923),  ricordiamo che è un  sacerdote-martire, il cui nome indica quindi  un programma di vita per tutti i preti dell’arcidiocesi, la cui formazione avviene nei tanti anni del Seminario.

 Don  Minzoni, è stato un   uomo di grande coraggio;  come  parroco di Argenta, (in provincia di Ferrara, ma diocesi di Ravenna-Cervia) è stato un  apostolo e formatore di tanti giovani attraverso i metodi dello  Scoutismo. Giovani,  ai quali comunicava  sentimenti antifascisti, anche perché molto vicino all’allora nascente Partito Popolare di don Sturzo, che era  in  manifesta opposizione al pure nascente allora,  regime fascista.

Patriota convinto, nella Prima guerra mondiale don Minzoni è stato tenente- cappellano militare, distinguendosi anche in  battaglia, quando nel giugno 1918 gli italiani rintuzzano sul Piave l’ultimo attacco austriaco. E Lui è in prima fila a soccorrere i feriti e confortare i morenti; per questo verrà insignito della medaglia d’argento al valor militare, di cui andrà sempre fiero.

 Da parroco in Argenta poi,  si inventa il doposcuola, pensa ad una “biblioteca circolante”,  anticipando così ,  in qualche modo,  don Lorenzo Milani. Pensa  a circoli ricreativi, ad un teatro parrocchiale,  e fonda due sezioni di boy scout. È un uomo buono, un sacerdote sempre attivo e presente  nel sociale, un personaggio mite.  E, proprio per questo !  per questo fascino sui giovani, dalla fascista cultura intollerante del tempo,  che voleva avere il monopolio assoluto nella formazione dei giovani,   la sera del 23 agosto 1923 venne ucciso a bastonate. Ucciso da alcuni squadristi facenti capo al console di milizia Italo Balbo. Sull’ ultima pagina del suo ritrovato  diario, don Giovanni Minzoni aveva scritto: “A cuore aperto, con la preghiera che mai si spegnerà sul mio labbro per i miei persecutori, attendo la bufera, la persecuzione, forse la morte per il trionfo della causa di Cristo”.

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