L’esplosione nel quartiere Mastro Dominici a Ravanusa, che ha provocato la morte di nove persone, dieci con il piccolo Samuele pronto a nascere, e la distruzione di un intero quartiere, è stata prodotta da una “bolla” o ”camera” di metano innescata da una casuale scintilla. Sul come, e sul perché si sia creata la “bolla”, e perfino sul punto esatto dove la stessa si sia creata, localizzata al di sotto o nelle adiacenze della palazzina al numero 65 di via Trilussa, non vi sono certezze, e i dubbi saranno sciolti dagli accertamenti tecnico e di polizia giudiziaria in corso. A fare chiarezza, in maniera ufficiale è il procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio, che guida il pool di magistrati, con l’aggiunto Salvatore Vella, e i sostituti Chiara Bisso e Sara Varazi, per fare piena luce sulla strage. Si indaga per disastro colposo, ed omicidio colposo plurimo.
Al momento il fascicolo è a carico di ignoti. Gli unici avvisi sono stati mandati alle persone offese per gli accertamenti irripetibili che sono cominciato nella giornata di ieri con un sopralluogo nella zona del disastro. Per questo motivo è stato creato un pool di investigatori con le indagini che sono state affidate ai carabinieri del Comando provinciale di Agrigento, guidati dal maggiore Luigi Balestra, e del Nucleo investigativo antincendio di Palermo comandato dall’ ingegnere Pedone. E’ stato, inoltre, costituito un collegio peritale, coordinato dall’ingegnere Antonino Barcellona, costituito da altri tre ingegneri, Gianluca Buffa, Giovanni Vella e Alessandro Benigno.
Contestualmente è stato dato incarico a tre medici legali di svolgere l’esame autoptico sui corpi delle vittime per conoscere le cause del decesso, e l’eventuale presenza o meno di tracce di gas, o di altri elementi volatili, nei tessuti molli, nei polmoni e nel cervello delle stesse. Dopo la messa in sicurezza del quadrilatero interessato all’esplosione di circa 10.000 metri quadrati, sono stati acquisiti filmati di video camere di sorveglianza, mappe di rete (in cartaceo e in file) e mappe geologiche dei luoghi. Va, infatti, rilevato che il territorio di Ravanusa è classificato a rischio geologico medio-alto. Nel corso dei diversi sopralluoghi, e da ultimo del sopralluogo, sono stati repertati, per le successive analisi, diversi ed etoregenei materiali rinvenuti sul luogo del disastro.
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