Disposta l’archiviazione a carico dei 10 dirigenti dell’Italgas, per l’esplosione di via Trilussa a Ravanusa, che l’11 dicembre del 2021 provoco’ nove morti, fra cui una giovane donna che avrebbe partorito dopo pochi giorni. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Agrigento, Alberto Lippini, in accoglimento della richiesta di archiviazione, ed è stata la seconda volta, avanzata dalla Procura alla quale si sono associati i legali del pool difensivo, ritenendo che non sussistano elementi di responsabilità penale dei vertici della società.
Il gip ha evidenziato che la difettosa saldatura nel raccordo della tubazione del gas, da cui si originò la fuga che provocò l’esplosione, fu realizzata nel 1988, ma non è stato possibile accertare chi l’abbia materialmente eseguita. Secondo la ricostruzione dell’accaduto, l’esplosione sarebbe avvenuta “a causa delle gravi carenze nel processo di posa in opera e saldatura del tratto di tubazione del gas”. In sostanza le opere di raccordo delle due condotte, eseguite fra il 1985 e il 1988, sono state eseguite in maniera incauta. Proprio in quel tratto, qualche minuto prima della deflagrazione, innescata dall’accensione di un elettrodomestico, si era verificato un cedimento strutturale che aveva provocato la vasta fuga di gas.
La Procura, mesi addietro, ha tirato le somme dell’inchiesta sulla strage ottenendo il processo nei confronti di due tecnici: Carmelo Burgarello, 89 anni, responsabile tecnico dell’impresa “A.Mi.Ca. Srl”, “incaricata dalla committente Siciliana Gas dell’esecuzione materiale dei lavori” e Guido Catalano, l’ingegnere di 78 anni, firmatario del collaudo tecnico-amministrativo del Comune di Ravanusa nonche’ direttore dei lavori e di firmatario della relazione finale sui lavori. Nei loro confronti ipotizzati i reati di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose e disastro.
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