Sono 15 gli ausiliari specializzati precari dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento che potrebbero perdere il lavoro dopo essere stati esclusi dalla recente stabilizzazione deliberata lo scorso 19 dicembre. La decisione ha riguardato 108 lavoratori, lasciando però fuori una parte del personale di supporto. Un’esclusione che sta generando preoccupazione e proteste, con la Fials che chiede al direttore generale Giuseppe Capodieci di intervenire per garantire l’inserimento anche degli esclusi.
La stabilizzazione parziale e le sue conseguenze
La delibera del 19 dicembre rappresentava un’opportunità concreta per molti lavoratori precari che da anni garantiscono servizi essenziali all’interno delle strutture sanitarie della provincia. Tuttavia, il mancato inserimento di questi 15 ausiliari ha generato forti tensioni e incertezza sul loro futuro occupazionale.
I criteri utilizzati per la stabilizzazione non hanno incluso l’intero personale idoneo, e ora questi lavoratori rischiano di restare senza un impiego stabile. Il problema è aggravato dal fatto che i loro contratti sono in scadenza il 31 gennaio, con il concreto pericolo di ritrovarsi senza alcuna prospettiva lavorativa dopo anni di servizio.
La richiesta della Fials
Amedeo Fuliano, segretario generale della Fials, ha espresso grande preoccupazione per la situazione, chiedendo un intervento immediato del direttore generale dell’Asp.
«I lavoratori in atto collocati in posizione sfavorevole ai fini della stabilizzazione, al pari di quelli stabilizzati, hanno proficuamente concorso, in momenti di grande difficoltà, a garantire buone prestazioni assistenziali» , ha dichiarato Fuliano. «Ove venisse perduta quest’ultima occasione, i lavoratori vedrebbero definitivamente tramontare ogni ulteriore possibilità di ottenere un posto di lavoro stabile» .
La richiesta della Fials è chiara: procedere con lo scorrimento della graduatoria per includere anche le 15 esclusioni e, nel frattempo, prorogare i loro contratti per evitare licenziamenti immediati.
L’impatto sui lavoratori è escluso
I 15 lavoratori precari esclusi si trovano in una condizione di grande incertezza. Dopo anni di servizio e sacrifici, il rischio di perdere definitivamente il lavoro rappresenta un colpo durissimo non solo per loro, ma anche per le loro famiglie.
Molti di loro hanno prestato servizio in condizioni difficili, contribuendo a garantire assistenza in momenti critici per la sanità agrigentina. Ora si trovano di fronte a una situazione che potrebbe compromettere il futuro, senza alternative immediate.
Il contributo dei lavoratori precari nella sanità agrigentina
Nel corso degli anni, il personale precario ha rappresentato una risorsa indispensabile per il sistema sanitario locale. Gli ausiliari specializzati hanno svolto compiti fondamentali per garantire il funzionamento delle strutture sanitarie, dimostrando dedizione e professionalità.
Durante le fasi più critiche della pandemia, ad esempio, il loro lavoro si è rivelato essenziale per la gestione dell’emergenza, contribuendo a mantenere operativi ospedali e strutture assistenziali.
Nonostante questo, molti di loro sono ancora intrappolati in una condizione di precarietà che non tiene conto del valore del loro contributo al servizio sanitario.
Possibili soluzioni per salvare i posti di lavoro
La Fials ha avanzato una proposta concreta per evitare il licenziamento dei lavoratori esclusi. Secondo il sindacato, il personale precario può essere impiegato in altre mansioni all’interno dell’Asp, come il portierato o il lavoro di commesso, ruoli in cui la loro esperienza può risultare preziosa.
L’obiettivo è quello di garantire la piena stabilizzazione per tutti i lavoratori idonei, evitando disparità di trattamento e garantendo continuità lavorativa.
Il punto di vista dell’Asp di Agrigento
Al momento, la direzione generale dell’Asp non ha ancora fornito risposte ufficiali alle richieste del sindacato. Tuttavia, la pressione esercitata dalla Fials e dai lavoratori potrebbe portare a una revisione della situazione.
L’azienda sanitaria ha il potere di decidere se procedere con lo scorrimento della graduatoria o se mantenere inalterata la delibera del 19 dicembre. La speranza è che il direttore generale prenda in considerazione l’appello dei lavoratori e valuti una soluzione che tenga conto del loro impegno e del loro contributo alla sanità locale.
Un problema ricorrente nella sanità italiana
Il caso di Agrigento non è un episodio isolato. In tutta Italia, il problema della precarietà nella sanità è una questione aperta da anni.
Molti lavoratori vengono assunti con contratti temporanei, spesso rinnovati più volte senza garanzie di stabilizzazione. Questo crea una situazione di incertezza per il personale sanitario e incide negativamente sulla qualità dei servizi offerti ai cittadini.
Le stabilizzazioni, quando avvengono, non sempre includono tutto il personale precario, generando tensioni e proteste come nel caso di Agrigento.
Le ripercussioni sulla qualità dei servizi sanitari
La perdita di 15 lavoratori esperti potrebbe rappresentare un danno significativo per il sistema sanitario agrigentino. La carenza di personale è già un problema diffuso, e l’esclusione di questi ausiliari rischia di peggiorare ulteriormente la situazione.
Meno personale significa maggiori carichi di lavoro per chi resta, con possibili ripercussioni sulla qualità dell’assistenza ai pazienti. Una decisione che potrebbe rivelarsi controproducente in un momento in cui la sanità italiana ha bisogno di rafforzare le proprie risorse umane.
L’appello della Fials è chiaro: il direttore dell’Asp deve trovare una soluzione che garantisca la stabilizzazione di tutti i lavoratori inseriti nella graduatoria, senza lasciare indietro nessuno.
La proroga dei contratti in scadenza al 31 gennaio sarebbe un primo passo per evitare licenziamenti immediati e permettere una rivalutazione della situazione.
Ora la decisione è nelle mani dell’Asp. I lavoratori precari, dopo anni di servizio, meritano risposte certe e un futuro lavorativo dignitoso.
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