Qualche settimana fa vi ho parlato della lettera con cui ho chiesto all’Assessore Regionale Baglieri di intervenire in merito ai disservizi di cui sono vittima tutti i cittadini della Provincia di Agrigento, lettera che ha trovato seguito nella convocazione di un tavolo di emergenza a Palermo.
Che in Girgenti Acque, colpita da un’interdittiva antimafia nel 2018, ci fosse qualcosa che non funzionava, era chiaro a tutti da anni. Stamattina, però, apprendiamo in modo chiaro che la Procura di Agrigento, preso atto dell’altissimo rischio di fuga dei soggetti, ha disposto otto fermi e notificato 84 avvisi di garanzia in tutto il territorio nazionale. L’ex patron di Girgenti Acque, Campione, è stato arrestato. Anche il nome dell’ex prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, compare nelle carte dei magistrati e tra gli indagati anche il Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana di Forza Italia Gianfranco Miccichè.
In particolare a Gianfranco Miccichè e al Deputato Francesco Scoma, rispettivamente candidato per il partito Forza Italia alle elezioni regionali del 2017 e mandatario del candidato Miccichè, i Pubblici Ministeri contestano di aver ricevuto da Campione Marco (nella sua qualità di presidente e legale rappresentante della Girgenti Acque S.p.A.) contributi elettorali e spese di viaggi e soggiorni pagate in violazione a quanto previsto dall’art. 7 comma 2 Legge n. 195/1974, e senza che i contributi fossero stati regolarmente iscritti nel bilancio della medesima società.
L’imponente operazione Waterloo, frutto dello scrupoloso lavoro della Procura, individua reati per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro la Pubblica Amministrazione, frode in pubbliche forniture, furto, ricettazione nonché reati tributari, societari e in materia ambientale, questi ultimi legati alla mancata attività di depurazione delle acque. A noi cittadini il dovere di ringraziare le forze dell’ordine per l’eccellente lavoro svolto. Alle forze politiche del territorio, invece, prego di prendere forti posizioni e di non affrontare la questione nel silenzio assordante. È questo è il momento in cui la politica, se intesa come servizio e gestione della cosa pubblica, e non come vile affarismo, deve assumere decisioni importanti e deve condannare le tremende pratiche che hanno portato Agrigento a essere ultima in Italia in qualità di servizi idrici, rifiuti e sanità.
I servizi essenziali non possono essere gestiti ancora nelle logiche clientelari, contro il pubblico interesse, oggi è il momento della riscossa popolare. In Regione parta subito un tavolo di emergenza permanente per limitare al massimo i disservizi legati alla mancanza d’acqua ai cittadini della Provincia di Agrigento che, mai come in questo momento, devono essere tutelati dallo Stato.
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