Il lancio del nuovo collegamento ferroviario Sicilia Express, pensato per unire il Nord e il Centro Italia all’isola durante le festività natalizie, ha acceso il dibattito. Da un lato, l’iniziativa delle FS Treni Turistici Italiani, arricchita da carrozze ristorante con specialità siciliane e la partecipazione di volti noti come Salvo Piparo e Alessandro Enriquez, si propone come un viaggio esperienziale nel segno del turismo lento e sostenibile. Dall’altro, il presidente di Confesercenti Sicilia, Vittorio Messina, lancia un grido d’allarme: dietro l’apparente lodevolezza di questa operazione, si nascondono criticità infrastrutturali e strategie che non convincono del tutto.
Il Sicilia Express, in partenza da Torino il 21 dicembre, promette un viaggio d’altri tempi, tra carrozze letto e prodotti tipici, ma la durata di oltre 20 ore evidenzia la fragilità del sistema di trasporti che collega la Sicilia al resto d’Italia. “Non è un’opportunità, ma una scelta obbligata per chi non ha alternative economiche ai voli, spesso proibitivi per i fuori sede,” sottolinea Messina.
Mentre il treno cerca di coniugare romanticismo e accessibilità, il presidente di Confesercenti punta il dito contro l’immobilismo politico che continua a penalizzare l’isola: “Un viaggio così lungo non incentiva il turismo verso la Sicilia, né favorisce il ritorno dei giovani. Al contrario, consolida un sentimento di disillusione verso la terra d’origine.”
L’iniziativa, che prevede fermate in città chiave come Milano, Bologna e Roma, è un passo avanti nella promozione di un turismo ferroviario di qualità, ma non può rappresentare la soluzione ai problemi strutturali. La fuga dei talenti dalla Sicilia, complice una rete di trasporti inefficiente e costi insostenibili per aerei e traghetti, resta una ferita aperta.
“Servono interventi concreti – conclude Messina – per migliorare infrastrutture, ridurre i costi dei collegamenti e creare opportunità lavorative che rendano il ritorno in Sicilia un sogno realizzabile, non un’utopia.”
Mentre il Sicilia Express si prepara a partire con il suo carico di speranze, la domanda rimane: sarà un simbolo di rinascita o l’ennesima iniziativa che rischia di rimanere un viaggio a metà?
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