Potranno essere utilizzate per usi irrigui le acque reflue trattate dal depuratore comunale di Sciacca così da fronteggiare l’emergenza siccità nelle campagne. Lo ha deciso l’assessorato regionale all’Energia, ai Servizi di pubblica utilità e alle Acque. Il via libera è giunto al termine di un tavolo tecnico che l’assessore Roberto Di Mauro ha presieduto alla presenza dei vertici di Protezione civile, dipartimento Agricoltura, Consorzio di bonifica, Assemblea territoriale idrica e Azienda idrica comuni agrigentini.
Dovrà essere il Consorzio di bonifica Agrigento 3 a predisporre un piano tecnico di fattibilità economica per la realizzazione della indispensabile condotta che servirà a trasportare l’acqua reflua depurata in uscita dall’impianto di Sciacca verso una vasca di raccolta di acqua, situata nei pressi del lago Arancio, destinata all’irrigazione delle campagne.
Il depuratore di Sciacca, dotato di moderne tecniche di depurazione e di sistema di trattamento reflui efficiente ed evoluto, garantisce quasi il 100% della depurazione delle acque reflue in entrata, riuscendo a fornire almeno 1,9 milioni di metri cubi di risorsa idrica ogni anno. Tali acque, fino ad oggi inutilizzate, al termine degli interventi pianificati potranno essere impiegate per uso irriguo.
Da Sciacca a Santo Stefano Quisquina dove il sindaco Francesco Cacciatore, protesta apertamente contro alcune delle iniziative previste dalla Regione Siciliana nell’ottica della necessità di fronteggiare la crisi idrica. “Scavare nuovi pozzi nel nostro territorio, o anche solo riattivare quelli che erano stati dismessi perché interferivano con l’unicità del nostro bacino idrico, sono scelte sconsiderate – afferma il primo cittadino -. Il nostro comune esercita in forma autonoma la gestione del servizio idrico integrato proprio perché provvisto dei requisiti previsti per la salvaguardia di un bacino la cui qualità, certificata anche da importanti studi universitari, è tra le più pregiate in Italia”.
“E, in ogni caso – conclude il sindaco -, in ossequio ai principi di solidarietà e pubblicità delle acque, forniamo già 460/600 litri di acqua al secondo agli altri comuni della provincia di Agrigento, non capisco cosa potremmo fare di più”. Cacciatore contesta i progetti di realizzazione di un nuovo pozzo nel bacino della Quisquina (con annessa condotta di adduzione all’acquedotto del Voltano) e la riapertura dei pozzi “Margimuto”, che erano stati dismessi per la loro comprovata interferenza con il Pozzo “Prisa”, l’unico ad alimentare direttamente l’acquedotto comunale stefanese.