Si continua a scavare nel teatro Ellenistico del parco archeologico di Agrigento: un tratto della campagna tra il Tempio di Giunone ed il Tempio della Concordia ha restituito due isolati e ampie porzioni di due abitazioni, con un oikos – il cuore della casa,destinato al vivere quotidiano, forse distrutto da un incendio – ricchissimo di ceramiche, contenitori da dispensa, lucerne, un piede di louterion, monete in bronzo, attrezzi da carpentiere, e uno straordinario oggetto in bronzo con un’iscrizione che racconta dell’imponente rete di contatti che ebbe l’antica Akragas nel momento del suo massimo splendore. Osservare il lavoro degli archeologi e ascoltare dalla loro viva voce notizie e spiegazioni sugli scavi in corso, percependo la passione e il trasporto di chi lavora ogni giorno per riportare alla luce civiltà e reperti del passato: si potrà in occasione delle GEA, le Giornate europee dell’archeologia, nate dall’Inrap, l’Istituto nazionale di ricerca archeologica preventiva della Francia e da lì diffuse in tutta Europa. In Italia sono gestite dal Ministero della Cultura e dirette a tutti coloro che vogliono scoprire i segreti di scavi e reperti, non solo operatori di settore, ma anche semplici appassionati. Da venerdì 17 a domenica 19alla Valle dei Templi di Agrigento è in programma un ciclo di visite gratuite di CoopCulture ai nuovi scavi in corso ascoltando le notizie sui ritrovamenti dalla viva voce degli archeologi coinvolti nelle ricerche, e dei responsabili degli scavi. “Continuiamo a credere nella natura viva dell’archeologia che in Sicilia – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – continua a donarci grandi emozioni. Proprio per la prosecuzione degli scavi relativi al Teatro ellenistico di Agrigento, come assessorato abbiamo destinato un ulteriore milione di euro di fondi PSC che andranno ad ampliare l’area di scavo, consentendoci una migliore lettura del sito archeologico”. “Permettere ai visitatori del Parco di seguire dal vivo il lavoro degli archeologici, vuol dire farli entrare a far parte del nostro mondo di studiosi spesso visti come scollegati della quotidianità – dice il direttore della Valle dei templi, Roberto Sciarratta -. Raccontiamo invece la passione di chi ogni giorno vive per la bellezza e la cultura” . Due quindi, i cantieri che accoglieranno i visitatori: nell’area del teatro sta scavando l’equipe dell’Università di Catania sotto la direzione di Luigi Maria Caliò, le visite saranno in ognuno dei tre giorni, alle 10 e alle 11; nell’area urbana dove sono stati scoperti i due isolati e le case, lo scavo è diretto dall’archeologa del Parco della Valle dei Templi, Maria Concetta Parello; le visite saranno alle 17 e alle 18.
LO SCAVO DEL TEATRO. Gli archeologi hanno riportato alla luce parte dei grandi muri di sostegno, e della summa cavea già spoliata in precedenza. L’interesse degli archeologi non è soltanto quello di riportare alla luce l’antico teatro, ma anche la possibilità di leggere una parte importante della storia urbana di Agrigento greca e romana. Il teatro infatti sfrutta strutture più antiche, datate dopo la battaglia di Himera (480 a.C.) che fece giungere nell’antica Akragas , un grande numero di prigionieri cartaginesi impiegati nei lavori edili. Gli scavi stanno portando alla luce un edificio tardo arcaico (forse una fontana), un imponente sistema di terrazzamenti che permetteva di superare il dislivello tra la plateiae l’agorà, oltre a diverse altre strutture idriche, fontane e una grande cisterna databile intorno al V secolo a.C.. I resti di ceramiche confermano questa datazione quando il tiranno Teroneabbellisce l’antica Akragas con importanti monumenti. Il teatro è invece datato tra la fine del IV secolo e l’inizio del III, composto da una cavea realizzata in gran parte artificialmente che si affacciava direttamente sulla plateia. L’edificio fu ristrutturato all’inizio del II secolo a.C., dopo la conquista dei Romani e forsespazzato via da un’alluvione provocata da una crisi al sistema idraulico della città, all’inizio del IV secolo d.C. In seguito con il materiale del teatro e sulle sue rovine, verrà costruita una chiesa a tre navate. Nell’Alto Medioevo queste strutture ormai in disuso verranno destinate a fornaci .
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