“I carabinieri si sono preoccupati della sicurezza alimentare anche in funzione delle festività natalizie, e di fine anno, che sopraggiungono, seppure con le limitazioni imposte dalla presenza della pandemia. Proprio per dare un servizio di assoluta rilevanza alla nostra provincia, in termini della tutela della salute delle persone, siamo stati coinvolti in questo controllo, in questo impianto industriale, di prodotti semilavorati, sia dolci, che salati. Davanti ci siamo trovati ad una situazione allarmante. Sin da subito non abbiamo trovato le autorizzazioni sanitarie. Questo potrebbe costituire pericolo, potenzialmente, per la pubblica salute”. Lo ha detto il tenente colonnello Vincenzo Castronovo del Centro Anticrimine Natura dell’Arma dei Carabinieri, nel corso della conferenza stampa, dove sono stati resi noti i particolari dell’operazione, che ha portato al sequestro di uno stabilimento per la produzione di dolci, e altri alimenti, soprattutto arancini, nelle campagne di Comitini. Presente anche il capitano Luigi Pacifico, comandate della Compagnia Carabinieri di Canicattì, competente per territorio.
“Uno dei tanti problemi che abbiamo rilevato è stato quello dell’etichettatura dei prodotti – continua Castronovo -. C’era la totale assenza di etichettatura, per taluni alimenti, per altri invece abbiamo rilevato il termine minimo di conservazione, scaduti da alcuni giorni, ma anche merce con la scadenza superata da qualche mese, per circa 130 chili di derrate alimentari. Ben diverso è il quantitativo delle derrate alimentari, attualmente sottoposti a sequestro penale, circa 4.200 chili, oltre a 4 tonnellate di riso. Molti di questi prodotti erano conservati nelle celle frigorifiche. Anche in questo caso abbiamo trovato delle criticità, ad esempio gli allergeni non indicati come dovrebbero essere nelle etichette. Quindi vi è la non tracciabilità degli alimenti, e questo impone lo smaltimento, e distruzione di queste derrate”.