Ancora un richiamo, l’ennesimo, dai vertici della Regione verso i sindaci della Sicilia centro-meridionale sulla gestione della crisi idrica. Mercoledì scorso, a Palermo, l’assessore regionale Roberto Di Mauro e il capo della Protezione Civile Salvo Cocina hanno convocato i rappresentanti delle associazioni civiche e dei comitati delle province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna per affrontare l’emergenza idrica che ormai da anni attanaglia il territorio. Di Mauro e Cocina non hanno usato mezzi termini, sottolineando la necessità di un coinvolgimento più incisivo delle amministrazioni locali, auspicando una collaborazione più stretta e concreta per alleviare il disagio dei cittadini.
Non è mancata la reazione delle associazioni, che da tempo si oppongono alla gestione del servizio idrico da parte dell’azienda consortile, costituita dai Comuni della zona. Approfittando delle parole dell’assessore, i portavoce delle organizzazioni hanno puntato il dito contro i sindaci, accusandoli di essere distanti dalle esigenze delle comunità e poco efficaci nel raccordarsi con Palermo. Per alcuni sindaci, però, si tratterebbe di un malinteso: secondo loro, la “bacchettata” sarebbe rivolta soprattutto agli amministratori delle altre province. Il sindaco di Agrigento, Franco Miccichè, ha difeso il proprio operato ricordando che il Comune ha già individuato 34 possibili nuovi siti idrici, per i quali è stata inoltrata tutta la documentazione necessaria. “Il nostro impegno è chiaro”, ha dichiarato Miccichè, “e ora siamo in attesa di riscontri da parte della Regione.”
La protesta è culminata il 6 novembre, con una manifestazione animata davanti alla Presidenza della Regione a Palermo, dove cittadini e attivisti di Agrigento, Caltanissetta ed Enna hanno fatto sentire la propria voce. Tra loro erano presenti anche diversi deputati regionali, come La Vardera e Cambiano, che hanno espresso solidarietà ai manifestanti, condividendo il disagio di chi vive sulla propria pelle le conseguenze di una gestione incerta e spesso inadeguata.
A conclusione della mobilitazione, una delegazione delle associazioni è stata ricevuta dagli esponenti regionali, tra cui Di Mauro e Cocina. Le dichiarazioni dei rappresentanti civici sono state eloquenti: Giuseppe Di Rosa del Codacons ha definito l’incontro “un momento di democrazia” ma ha ribadito le critiche nei confronti dei sindaci, ritenuti incapaci di un dialogo effettivo con la Regione. Daniele Gucciardo di Legambiente ha posto l’accento sull’importanza della trasparenza e dell’efficienza nella gestione dei fondi pubblici, promettendo che le associazioni vigileranno affinché i problemi vengano risolti. Salvatore Licari di Ethikos ha rincarato la dose, evidenziando come i costi elevati della gestione idrica pesino sulle famiglie siciliane e ricordando che i cittadini non sono disposti a cedere su un diritto fondamentale come quello all’acqua.
La crisi idrica della Sicilia resta una questione aperta e dolorosa, e la frattura tra istituzioni e cittadinanza sembra destinata ad allargarsi, se non si troveranno soluzioni concrete e a lungo termine.
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