E’ diventato virale il video, che ritrae un poliziotto mentre schiaffeggia un immigrato e costringe altri profughi a schiaffeggiarsi a vicenda come “punizione” per aver tentato la fuga da un centro d’accoglienza. La vicenda gia’ nota ha portato all’iscrizione dell’agente nel registro degli indagati con l’accusa di abuso dei mezzi di correzione, dopo la segnalazione fatta dalla Questura alla Procura di Agrigento. Il poliziotto e’ stato anche sollevato dall’incarico: non prestera’ piu’ servizio nel centro d’accoglienza dove si sono svolti i fatti. Mercoledi’ pomeriggio, secondo quanto disposto dal gip Alessandra Vella e chiesto dal pm Cecilia Baravelli, si terra’ l’incidente probatorio: cinque dei tunisini, fra cui i due che sarebbero stati costretti a schiaffeggiarsi fra loro, saranno interrogati dallo stesso gip, dal pm e dal difensore del poliziotto indagato, l’avvocato Daniela Posante.
In un video gli schiaffi
Un immigrato preso a schiaffi da un poliziotto e altri profughi costretti a schiaffeggiarsi fra di loro. Il tutto ripreso in un video ora diventato virale dove viene ripresa la ‘punizione’ decisa dall’agente per un tentativo di fuga dal centro d’accoglienza in contrada Ciavolotta. Gli immigrati si trovavano nel centro in quarantena in rispetto alle norme per il contenimento del Covid. “Sei l’ospite e devi rispettare la legge, adesso inginocchiatevi e schiaffeggiatevi a vicenda”: questa la frase che si sente nel video girato con un telefonino forse da uno degli ospiti del centro di accoglienza.
Il console tunisino Jalel Ben Belgacem, dopo avere appreso della vicenda e dell’inchiesta a carico dell’agente, si e’ recato in questura ad Agrigento per acquisire informazioni. Ad accompagnarli, l’avvocato Leonardo Marino.
“Il console – ha spiegato il legale – dopo il grande clamore mediatico sollevato attorno al caso ha voluto attivarsi in maniera istituzionale per acquisire informazioni. Abbiamo avuto un primo incontro molto cordiale con il capo di gabinetto del questore, cercheremo di entrare nel procedimento”. (ANSA).
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