La “Open Arms” è arrivata nella notte nel porto di Lampedusa, accolta dal canto di “Bella ciao”, da parte di una trentina di turisti ed attivisti. Ad aspettare i profughi sul molo anche don Carmelo La Magra, il parroco di Lampedusa. La situazione si era sbloccata, ieri pomeriggio, dopo l’ispezione e il sequestro della nave disposto dal procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio. La decisione al termine di un vertice che si è svolto alla Capitaneria di porto di Lampedusa tra il responsabile della Procura di Agrigento, che aveva portato a bordo con sé uno staff di medici, e i vertici della Capitaneria. Immediata è scattata l’evacuazione dei migranti, un centinaio, tra i quali molte donne.
Oltre all’inchiesta per sequestro di persona avviata nei giorni scorsi sulla base di esposti della Ong spagnola, i magistrati hanno aperto un fascicolo a carico di ignoti per omissione e rifiuto di atti d’ufficio. Dopo il sequestro la “Open Arms” sarà trasferita al porto di Licata. Lo stesso dove si trovavano già le navi “Mare Jonio” di Mediterranea Saving Humans e “Sea Watch”, che sono state sequestrate in passato.
Intanto sono arrivati a Lampedusa 47 migranti tunisini soccorsi dalla Guardia costiera al largo dell’isola, proprio mentre la Procura disponeva il sequestro della “Open Arms”. Al porto di Porto Empedocle, ieri sera sempre da Lampedusa, è giunto il traghetto di linea, con a bordo un centinaio di migranti, sbarcati sulle Pelagie, nei giorni scorsi. Giunto anche un secondo gruppo di minori. Tutti quanti sono stati accompagnati in strutture di accoglienza.
Sulla nave, scortati da un massiccio spiegamento di Forze dell’Ordine, anche 6 extracomunitari arrestati dal personale della Squadra Mobile di Agrigento, in quanto ritenuti gli scafisti di due sbarchi. Dopo le formalità di rito in Questura, gli arrestati sono stati condotti nel carcere di contrada “Petrusa”.