Auguri Pasquali con l’urgenza di scelte coraggiose. Siamo all’inizio della Settimana Santa, nome che dice tutto. E già da oggi in tutti i nostri Comuni iniziano le varie, diverse tradizioni di manifestazioni religiose. Come per esempio a Favara, dove oggi, nel tardo pomeriggio, la Madonna Addolorata, in anticipo, va a fare visita al Calvario, dove suo Figlio consumerà il suo sacrificio. Una tradizione unica, questa di Favara, rispetto a tutti gli altri 42 Comuni della nostra vasta arcidiocesi. A seguire nei prossimi giorni diverse tradizioni, e dovunque i riti suggestivi del Venerdì Santo, a cui segue la giornata di lutto silenzioso del Sabato santo, per ricordare il tempo trascorso da Gesù nel del sepolcro. E quindi l’esplosione della gioia per la Risurrezione nella Veglia Pasquale ed il giorno di Pasqua. Che dà inizio al tempo pasquale, tempo di gioia che dura 50 giorni e si conclude con la Pentecoste.
Solennità questa che festeggia l’inizio della Missione della Chiesa. Quello cioè che è avvenuto 2000 anni fa a Gerusalemme, quando gli Apostoli, con la forza dello Spirito, vinsero ogni paura ed iniziarono la missione fino al martirio.
E ricordiamo che i primi secoli sino al 313, furono di persecuzione ed il numero dei martiri, per testimoniare la Risurrezione è davvero innumerevole.
La Settimana Santa si conclude con la Pasqua di Risurrezione, che è la metafora di fondo della vita di ogni uomo e soprattutto di ogni cristiano; il quale ultimo sbaglierebbe davvero tanto, proprio tanto se nel vivere il mistero, si fermasse unicamente alla giornata del Venerdì Santo.
In questa ottica autenticamente cristiana ecco gli auguri pasquali. L’augurio che, nella pericolosa ed avvilente drammaticità dei problemi dell’attuale scenario, il cristiano non dispera perché Cristo è risorto.
Logico e consequenziale quindi il messaggio del Card. Matteo Zuppi, presidente della CE, che, convintamente, la famiglia di Agrigento Oggi accoglie e propone all’attenzione e riflessione dei nostri tanti lettori.
Un appello anzitutto alla politica, nel senso più alto della parola e del significato, sottolineando che questo è “ tempo di scelte coraggiose e non di opportunismi”. Perché siamo a “un preludio di primavera”, dopo l’“inverno” che ha connotato gli anni passati”.
Si avverte adesso l’urgenza di risposte certe, non provvisorie, né precarie, e parziali
In buona sostanza, per dirla con il Card. Zuppi, non è difficile rilevare che “le povertà sono in aumento costante e preoccupante,… l’inverno demografico, i divari tra i territori, la transizione ecologica e la crisi energetica, la difesa dei posti di lavoro, soprattutto per i giovani, i migranti, il superamento delle lungaggini burocratiche, le riforme dell’espressione democratica dello Stato e della legge elettorale”… sono le sfide sul tappeto.
Perciò bando agli opportunismi e avanti con le scelte coraggiose che aggrediscono davvero le questioni citate.
Specificamente – viene ancora da aggiungere – che l’inverno demografico, non è da mettere all’ultimo posto, dato che con il notevole calo di nascite l’Italia rischia, come popolazione, di scomparire. E quindi è veramente il caso di mettere il problema famiglia al primo posto.
Per concludere, facciamo ancora nostro l’invito del Card. Zuppi che ha suggerito anzitutto uno ‘sguardo dal basso’, che solo può consentire di commuoversi e farsi carico delle fatiche dei più poveri. Ma, contemporaneamente bisogna impegnarsi ad uno ‘sguardo lungo’, per costruire con generosità e intelligenza, pensando al dopo, per “comunicare la speranza cristiana che con fiducia pensa che tutto possa cambiare e il deserto fiorire”.
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