Sempre più siciliani rimangono nell’Isola per farsi curare nelle strutture sanitarie pubbliche e private. Il dato che risulta in calo esce dalla mobilità passiva extra-regionale: 7,8% nel 2021, era tra l’11 e il 12% nel 2019. Per la Regione si tratta di un risparmio di 50 milioni di euro. Il 62% delle prestazioni rese a cittadini è stato coperto l’anno scorso dal sistema pubblico, il 30% dal sistema privato. L’analisi della mobilità passiva emerge dal rapporto presentato dall’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza, e dal dirigente generale del dipartimento Mario La Rocca.
“Per la prima volta scendiamo sotto l’8% di mobilità – ha detto Razza – Il pubblico dimostra di fare il proprio mestiere non occupandosi solo attività emergenziali, e grazie al contributo del sistema privato, i siciliani ricevono in regione il 92% delle prestazioni. E per la prima volta il saldo mobilità va sotto i 180 milioni, e non per l’emergenza Covid, ma perché c’è stata la capacità di produrre in Sicilia 43 milioni di euro di prestazioni sanitarie in più – aggiunge l’assessore -. Quindi offrire ai siciliani la possibilità di trovare cure nella propria regione. Questo non significa che non ci siano criticità, come liste attese, a volte vanno oltre il decoroso”.
La Sicilia in questa difficilissima fase ha risparmiato 50 milioni di euro che prima andavano altrove.
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