Rosario Pendolino da Bond Street alle campagne di Aragona (Video) (VIDEO)
A Bond Street, centro della città di Londra, meta per la vita notturna e una delle zone più eleganti, ha imparato la lingua ma soprattutto a correre. La vita di Londra è frenetica e non ci sono pause. Un lavoro in una catena di prestigiosi bar e locali della capitale ma la voglia di tornare e di mettersi in gioco nella propria terra prevale, ed ecco il ritorno a casa. Ad aspettarlo c’è Aragona, un bel pezzo di terra coltivato con alberi da frutta, i mandorli fioriti che annunciano la primavera anticipata ed un’azienda di famiglia da trasformare. Ecco la storia di Rosario Pendolino, la sua è emigrazione al contrario.
Rosario raccontaci la tua storia…
Sono partito per Londra perchè immaginavo una vita diversa. La modernità, il fascino della metropoli ma soprattuto voglia di imparare da paesi notoriamente più evoluti.
Poi cosa è successo?
Ho rinunciato ad un avanzamento di carriera nella compagnia dove lavoravo. Sarebbe stata una svolta, stipendio più alto ma anche più responsabilità.
E quindi?
Non volevo precludermi il ritorno a casa. Quando vivi fuori apprendi tante cose, la lontananza dalla famiglia ti fa comprendere i veri valori. Noi abbiamo ritmi e tenore di vita diversi, tutto è più lento ed anche più sano. Cominci ad apprezzare quello che hai lasciato ed anche la voglia di provare a fare qualcosa di buono a casa tua.
Cosa hai fatto?
Sono tornato a casa, ad Aragona. Per fortuna mi aspettava un’azienda e un appezzamento di terra che mio padre ha costruito con tanti sacrifici. Ho portato idee e innovazione e adesso insieme a mia sorella portiamo avanti l’azienda agricola.
Cosa fate?
Puntiamo sulla qualità dei prodotti. Pane e dolci ma con materie prime da noi prodotte. Abbiamo chiuso la filiera ed il ciclo di produzione oggi è più concorrenziale.
Non illudiamoci, tu sei un’eccezione, da qui i giovani continuano ad andare via.
Fare impresa qui è complicato, lo sappiamo tutti. Andare fuori serve per fare esperienza e formazione ma consiglio ai miei coetanei, ai tanti giovani che vanno altrove, di non precluderei a priori la possibilità di creare un lavoro anche a casa propria.
Possiamo dire che la tua è una storia di emigrazione al contrario?
Certo, altrimenti non mi avresti intervistato.
Se vogliamo sperare che, alla fase della ripartenza si accompagni la rinascita, dovremmo collegare questa drammatica perdita di energie intellettuali a un progetto di futuro. La fuga dei giovani è una costante. Il loro ritorno un’eccezione da raccontare.
Domenico Vecchio – Su Facebook: https://www.facebook.com/Direttore.AgrigentoOggi
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