Mercoledì 5 aprile, nell’Aula Magna della sede centrale del Liceo Politi di Agrigento, a partire dalle 10, si terrà il convegno dal titolo “Rosario Livatino, martire della giustizia e della fede” nella consapevolezza che la legalità sia innanzitutto un luogo della coscienza collettiva che la scuola contribuisce a formare. Interverranno al convegno, moderato dalla docente Angela Rancatore, Salvatore Cardinale, Presidente Emerito della Corte d’Appello di Caltanissetta e Don Giuseppe Livatino, che presenteranno la figura del Giudice ucciso dalla mafia il 21 settembre del 1990, lungo la statale tra Caltanissetta e Agrigento, che Giovanni Paolo II definì «martire della giustizia ed indirettamente della fede».
Salvatore Cardinale ricorderà Rosario Livatino, raccontando gli anni in cui lavorarono insieme in procura , ad Agrigento, condividendo la quotidianità dell’ufficio; Don Giuseppe Livatino, postulatore della fase diocesana della causa di beatificazione del giovane Magistrato, ne ricorderà la figura di santità come una luminosa testimonianza di vita cristiana e civile e ricorderà i tratti caratteristici della coerenza evangelica che nella vita di Livatino fuoriesce limpida come da una sorgente.
L’ iniziativa, che coinvolgerà in diretta streaming su youtube l’intera popolazione scolastica del Liceo Politi, mira a sensibilizzare ed educare i giovani alla lotta alla mafia. “La scuola deve essere uno strumento della cultura della legalità- dice il dirigente Santa Ferrantelli- espressione di un modello positivo di società e comportamento e, in un’ottica di reale prevenzione, deve aiutare i ragazzi ad assumersi delle responsabilità, sviluppare in loro la coscienza civile e la convinzione che la legalità conviene e che, laddove ci sono partecipazione, cittadinanza, diritti, regole, valori condivisi, non ci può essere criminalità. La legalità è un’opportunità in più per dare senso al loro futuro. In tal senso, promuovere la cultura della legalità nella scuola significa educare gli alunni al rispetto della dignità della persona umana, attraverso la consapevolezza dei diritti e dei doveri, con l’acquisizione delle conoscenze e l’interiorizzazione dei valori che stanno alla base della convivenza civile.
Come dichiarò nel 2010 il giudice Antonino Caponnetto agli studenti di una scuola, “non dovrete avere mai paura di pensare, di denunciare e di agire da uomini liberi e consapevoli. State attenti, siate vigili, siate sentinelle di voi stessi!”
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