E alla fine è arrivata l’ufficialità. Il presidente federale Gianni Petrucci ha decretato la chiusura della stagione cestistica 2019/2020.
Dopo la chiusura dei campionati giovanili, della Serie B e della A1 e A2 femminile, si aggiunge, adesso, quella della Serie A1 e A2 maschile.
In particolare, per la A2 sono state congelate le promozioni e le retrocessioni; nel Girone Occidentale la Reale Mutua Torino ha chiuso la regular season al primo posto con 36 punti, seguita dalla Fortitudo Agrigento a quota 32 con una partita da recuperare.
La decisione della Federazione era nell’aria da tempo perché – a seguito dell’emergenza sanitaria scoppiata con la pandemia da Covid-19 – sono sorte tante criticità a cui nessuno è stato in grado di dare soluzioni.
Benché i numeri del contagio sul territorio italiano siano in costante discesa, al momento, non si possono stabilire tempi certi per la ripresa di qualunque attività sportiva; non sussistono le condizioni per garantire la sicurezza sia degli atleti che degli addetti ai lavori coinvolti, ragion per cui l’unica soluzione logica è stata quella di dichiarare conclusa la stagione.
È evidente che il lockdown di Stato si protrarrà ancora per tutto il mese di aprile; fino ai primi di maggio verrà mantenuto il blocco agli spostamenti individuali su tutto il territorio locale e nazionale e il distanziamento sociale che – di fatto – impedirà la presenza di pubblico nei palasport.
Altra problematica presa in considerazione ai fini dello stop era quella legata al rimpatrio dei giocatori statunitensi volati oltre oceano; qualora si fosse deciso di riprendere a giocare, infatti, nessuno avrebbe potuto garantire sull’immunità degli atleti a condizione di sottoporli al test del tampone.
In generale, il ritorno alla normalità sarà molto lento e graduale e lo sport, nel suo complesso, sarà l’ultimo ingranaggio a ripartire perché ci sono ben altre emergenze, non solo sanitarie, ma anche economiche e sociali.
Adesso quali sono gli scenari? Se da un lato ci sarà più tempo per programmare il futuro, dall’altro si dovrà fare i conti con una drastica riduzione del budget, circostanza che porterà ad uno stravolgimento dei campionati cestistici a qualunque livello ridisegnando la mappa della palla a spicchi tricolore.
Molte società, infatti, a causa dei mancati incassi del botteghino e dei mancati introiti derivanti dalle sponsorizzazioni, chiuderanno i bilanci in negativo rischiando, altresì, di scomparire dal panorama cestistico nazionale.
In questo scenario, la Fortitudo Agrigento non farà eccezione e, non a caso nei giorni scorsi, il Presidente Moncada, in un’intervista rilasciata al nostro quotidiano, ha paventato la possibilità di un downshifting dei programmi societari.
“Le priorità saranno altre, appare fin troppo difficile pensare di spendere soldi nel basket quando ci saranno altre necessità” ha detto il patron biancazzurro, ma l’auspicio è che, pur a fronte di un più che giustificato ridimensionamento, la città possa continuare a disputare una buona Serie A2 e che il patrimonio costruito in questo decennio non vada perduto.