Nuovo romanzo di don Giuseppe Ferranti,
“Amore senza limiti”.
-di Diego Acquisto
All’attenzione del pubblico più attento in questi giorni il nuovo romanzo di don Giuseppe Ferranti. Un volume di poco più di 200 pagine pubblicato dall’Edizione Utopoli.
E quest’ultimo volume dal titolo “Amore senza limiti”, come i precedenti “Scelte di vita” (2013) e “L’amore vola alto” (2014) ancora sul tema importante e delicatissimo della vocazione. Una trilogia di pubblicazioni sempre nella stessa casa editrice Utopoli, sensibile alla problematica vocazionale, che già dal nome suggerisce la necessità di coniugare l’utopia con la realtà, soprattutto nel travaglio di una scelta che impegna la cosa più preziosa che si possiede, cioè la propria esistenza chiamata ad accogliere una chiamata che viene sempre dall’Alto, ma che richiede pure sempre la libera e generosa adesione della persona, con il bagaglio di limiti e fragilità che si porta dietro.
Una problematica, quella vocazionale che l’autore, che ha più di 50 anni di ministero sacerdotale alle spalle conosce molto bene, in tutti i suoi aspetti. Perché prima di imporsi all’attenzione pubblica come acuto e perspicace giornalista-condirettore del settimanale “L’Amico del Popolo” per oltre tre lustri, dal 1979 al 1997, dobbiamo tenere conto che sul piano più strettamente pastorale era stato pure impegnato in precedenza, per tanto tempo, come direttore dell’Opera Diocesana Vocazioni e quindi successivamente, dal 1997 ad oggi, come parroco nella Comunità parrocchiale della Madonna delle Grazie di Agrigento del quartiere di Bonamorone.
Sicuramente una delle parrocchie non delle più facili dal punto di vista pastorale, della periferia del capoluogo, se non altro per la disomogeneità del tessuto sociale, con alcune sacche di vera miseria.
Come giornalista dal 1979 al 1997 è stato, in quel periodo uno dei punti più autorevoli di riferimento e comunque una delle figure più note nel panorama anche mediatico agrigentino, in un periodo di cambiamento, con io clima spesso rovente e talvolta avvelenato non solo nel campo socio politico, ma anche pastorale-ecclesiale.
Precisazioni queste che possono aiutare a capire meglio il messaggio di quest’ultimo romanzo “Amore senza limiti” dove leggiamo : “… nella vita ci sono momenti di confusione e di buio fitto, poi si accende una luce, vi entri dentro e tutto si chiarisce …”(pag.108).
E poi direttamente sul tema in questione, si dice che per evitare che la scelta vocazionale sia frutto di infatuazione o di una passeggera e mistica esaltazione spirituale, “Bisogna fare un serio e profondo cammino di discernimento che comporta un graduale e sincero dialogo …” evidentemente con una persona matura e responsabile che può davvero aiutare.
“… Ogni scelta nella vita richiede fatica e impegno sia nel matrimonio sia nella vita consacrata …” (pagg.126-7). Per la vocazione alla vita consacrata si legge che, “la scelta non deve scaturire da una delusione amorosa o da un trauma subito, Sarebbe un grave errore: non deve essere un ripiego, una specie di fuga, ma una scelta sincera, cosciente, pensata e fatta per amore. ” (pag 135),
E comunque la vocazione è sempre inserita nel desiderio profondo che ogni giovane ha di felicità. E per questo, vengono richiamate nel romanzo le parole di Giovanni Paolo II ai giovani di tutto il mondo convenuti a Roma per la loro Giornata Mondiale dell’Anno Santo del 2000, durante la memorabile veglia notturna a Tor Vergata, ai piedi di Frascati, in un’assemblea oceanica di due milioni di giovani provenienti da ogni parte del mondo, in uno scenario di gioia, canti e sventolio di bandiere. Tra l’altro il Papa disse ai giovani: “E’ Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta …. è Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà d seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità …”.
Bastano solo questi cenni per capire quali messaggi e piste d riflessione offre il nuovo libro del Ferranti, dove non mancano nemmeno osservazioni sociologiche su tanti giovani di oggi vittime della cultura dello sballo o che vivono nello sconforto sfogandosi in episodi di rabbia e di irrazionale violenza.
Un’analisi impietosa che unita alle osservazioni precedenti sul travaglio vocazionale, invita tutti alla lettura. Soprattutto educatori, genitori, catechisti, docenti, operatori pastorali che si impegnano nei corsi di preparazione al matrimonio come nelle case di formazione alla vita consacrata.
Diego Acquisto
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