PALERMO. La nuova rete ospedaliera passa al vaglio di Roma. Il governo ha apportato alcune modifiche dopo i rilievi dei deputati, novità che sono state presentate oggi in commissione Salute dall’assessore Ruggero Razza. I cambiamenti più significativi riguardano gli ospedali di Castelvetrano e Corleone. Dopo il dibattito si è votato e il testo è passato con sette voti, quelli della maggioranza più Nicola D’Agostino di Sicilia Futura. I dem si sono astenuti, contrari i 5 Stelle.
Incassa il sì dell’Ars l’assessore alla Salute Ruggero Razza. “Il parere favorevole della sesta commissione alla nostra proposta di Rete rappresenta un significativo risultato per il quale desidero ringraziare la presidente La Rocca Ruvolo e tutti i commissari – commenta -. Essere riusciti a determinare una nuova organizzazione nella primissima parte della legislatura, consentirà, dopo il confronto con i ministeri affiancanti, di realizzare nei prossimi mesi un effettivo passo avanti nell’interesse di tutta la popolazione”.
“Avevo preso l’impegno a compiere questo primo passo nei sei mesi iniziali, e così è stato – ha aggiunto Razza – adesso subito al lavoro per rendere effettiva la proposta, individuare le giuste strategie per il completamento degli organici, avviare l’attesa revisione della rete del territorio, vero punto di svolta per assicurare servizi efficienti ai cittadini. Ci prepariamo al confronto con i ministeri, nella consapevolezza di avere riportato la proposta di rete dentro i parametri del D.M. 70/2015 e di aver operato nell’interesse di tutti i territori. Se consideriamo che il voto odierno arriva dopo la ‘promozione’ della nostra Isola sui Lea, siamo davvero soddisfatti perché l’attività di programmazione procede di pari passo con la quotidiana gestione della erogazione dei servizi sanitari”.
I pentastellati hanno votato contro. “Una rete ospedaliera figlia del precedente governo, che non convince e non riduce gli sprechi che continueranno ad essere il punto debole della sanità siciliana”. Così il Movimento 5 stelle che boccia senza termini la bozza della rete ospedaliera approdata oggi all’Ars “mutuata – dicono i componenti 5 stelle della sesta commissione di palazzo dei Normanni – su quella del governo precedente, osteggiato solo a parole dall’attuale governatore e che oggi, in linea di continuità con il precedente esecutivo, ha finito semplicemente per portare a compimento il disegno dell’ex governo Renzi di archiviare definitivamente il diritto alla cura e alla salute dei siciliani”.
“Oggi – dicono Francesco Cappello, Giorgio Pasqua, Antonio De Luca e Salvatore Siragusa – il governo ha deciso di andare avanti a prescindere dalle richieste di modifica della struttura della rete, assolutamente insostenibile sotto il profilo economico. L’operazione di maquillage compiuta dal governo, attraverso la quale ha semplicemente convertito le unita ospedaliere complesse in eccesso, così come stabilite dal DM 70, in unità semplici e unità semplici dipartimentali non ci convince e non riduce sprechi e costi che continueranno ad essere il vero tallone d’Achille del sistema. Quale sia l’idea di questo governo sulla sanità – concludono i deputati 5 stelle – non ci è chiaro e non è chiaro nemmeno al governo stesso. Si è passati dalla rete Gucciardi che accontentava tutti, alla rete Razza che invece si muove a macchia di leopardo. Insomma da Gucciardi a Razza il risultato non cambia e lo sconfitto è sempre lo stesso: il popolo siciliano”.
Il Pd invece si è astenuto. “Il decreto di riordino della rete ospedaliera se pur apprezzabile in alcune parti non risponde appieno alle esigenze dei territori per questo abbiamo deciso di astenerci durante la votazione finale del provvedimento”. Lo dicono i parlamentari regionali PD presenti in Commissione sanità all’Ars, Giuseppe Arancio e Franco de Domenico. “Il PD in Commissione – aggiungono – ha lavorato per dare un contributo concreto alla stesura di un piano che rispondesse alle esigenze di tutti i siciliani ed in particolare di coloro che vivono nello zone disagiate (isole e territori montani) Il testo appena esitato, invece, consentirà sì di attivare le procedure di mobilità del personale e di bandire i nuovi concorsi, ma non risolverà molte delle criticità emerse durante il confronto con le realtà locali e che avrebbero dovuto avere una maggiore considerazione”.