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Home » Magazine » Resto al Sud 2.0 sblocca 356 milioni: una miniera d’oro per i giovani imprenditori meridionali

Resto al Sud 2.0 sblocca 356 milioni: una miniera d’oro per i giovani imprenditori meridionali

2 Ottobre 2025
in Magazine
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Con il decreto attuativo, recentemente pubblicato, il bando Resto al Sud 2.0 diventa effettivo. La misura sblocca un pacchetto di 356,4 milioni di euro, destinati a sostenere i giovani imprenditori con un’età compresa tra i 18 e i 35 anni nelle seguenti regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Oltre al requisito dell’età, i giovani che desiderano presentare domanda per fruire dei benefici del bando devono soddisfare almeno due dei seguenti criteri:

  • trovarsi in una condizione di marginalità, di vulnerabilità sociale o di discriminazione, così come definita dal PN GDL;
  • essere inoccupati, inattivi o disoccupati;
  • essere disoccupati GOL, quindi far parte di quelle categorie di persone alle quali è rivolto il Programma Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori.

Come detto Resto al Sud 2.0 mette a disposizione dei giovani imprenditori 356,4 milioni di euro, e le forme di sostegno possono essere rilasciate sotto forma di voucher e di un contributo a fondo perduto. Il finanziamento può arrivare a coprire fino al 100% dell’investimento, fino a un limite massimo di 40.000 euro. Se l’investimento è destinato ad acquistare beni e servizi innovativi, tecnologici e digitali, o comunque beni che promuovono la sostenibilità ambientale o il risparmio energetico, il limite sale fino a 50.000 euro.

La misura Resto al Sud 2.0 prevede un contributo a fondo perduto per programmi di investimento fino a 120.000 euro (copertura fino al 75%) e tra i 120.000 e i 200.000 euro (copertura fino al 70%). Per accedere è necessario presentare un piano d’impresa, secondo il modello previsto. Sono ammesse le spese relative all’acquisto di macchinari, impianti, attrezzature e arredi nuovi di fabbrica. I fondi possono essere utilizzati anche per le spese relative ai programmi informatici e ai servizi per le tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni.

Tra le spese rientrano le immobilizzazioni immateriali, legate allo sviluppo tecnologico, al brand e alla promozione digitale, come portali web, visual/digital brand e marchi). Infine sono ammesse anche consulenze tecnico-specialistiche, ma solo se fornite da ETS ed entro il 30% del voucher, riguardanti innovazione di prodotto/processo, prototipi e certificazioni ambientali e/o energetiche. Tutte le spese ammissibili devono essere effettuate e pagate entro 16 mesi dalla concessione del contributo, con una possibile proroga fino a 20 mesi.

Sono invece escluse le consulenze per la preparazione della domanda di agevolazione e quelle legali, fiscali e tributarie. Esistono tuttavia molti professionisti del settore, come gli esperti di restoalsudcontributi.it, pronti a fornire il massimo supporto per la presentazione della domanda al bando Resto al Sud 2.0 e per individuare la nicchia di mercato dove sviluppare il proprio business.

L’ultimo step, dopo aver preparato il business plan e i documenti, è la domanda che può essere presentata solo dall’entità giuridica od organizzativa che si vuole avviare, esclusivamente online tramite la piattaforma di Invitalia.

Il titolare, in caso di attività individuale, o il rappresentante legale, in caso di società, deve firmare digitalmente la domanda dopo averla compilata. Un successivo provvedimento stabilirà la data di apertura dello sportello per la presentazione della domanda e il termine di erogazione finale, dopodiché approverà i modelli di domanda con la relativa documentazione da allegare.

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