Realmonte, Mallia denuncia: “Il PAI ci condanna all’immobilismo. Così distrugge il futuro della Scala dei Turchi” Realmonte, futuro a rischio
Il Comune di Realmonte lancia un grido d’allarme che non riguarda solo la sua fascia costiera, ma tocca uno dei simboli più conosciuti della Sicilia: la Scala dei Turchi. Il sindaco Alessandro Mallia ha scritto alla Regione Siciliana per chiedere un intervento immediato sulla classificazione PAI, il Piano per l’Assetto Idrogeologico, lo strumento che individua le aree a rischio di dissesto e ne regola gli utilizzi.

Secondo il primo cittadino, l’attuale perimetrazione “sta distruggendo ogni possibile prospettiva di sviluppo turistico ed economico del nostro paese”. Una denuncia forte, che fotografa la condizione in cui Realmonte vive da anni: un territorio considerato a rischio molto elevato non per problemi visibili in superficie, ma perché nel suo sottosuolo, da decenni, opera la miniera di salgemma.
L’Autorità di Bacino, negli ultimi atti, continua a ribadire la necessità di mantenere questa classificazione in virtù dei fenomeni di subsidenza registrati dai satelliti in corrispondenza dell’attività estrattiva. Da qui nasce il contrasto: da una parte il Comune contesta che si blocchi un intero territorio per un rischio ritenuto solo potenziale; dall’altra l’Autorità richiama al principio di prudenza e alla tutela della sicurezza pubblica.
È in questa distanza tecnica che si gioca il futuro di un pezzo di Sicilia. Mallia sottolinea come, con l’attuale PAI, Realmonte non possa programmare opere né sviluppare infrastrutture, immaginare alberghi, attrarre investimenti o anche solo progettare la valorizzazione della propria costa. Tutto si ferma e tutto rischia di diventare impossibile. Ed emerge un paradosso evidente: la Scala dei Turchi è uno dei luoghi più fotografati al mondo, ma la città che la ospita non può costruire il suo percorso di sviluppo.
Mallia richiama anche il tema, mai risolto, della miniera di salgemma. Opera da decenni sotto il territorio comunale, ma Realmonte – denuncia il sindaco – non ha mai ricevuto royalty, indennizzi o forme di compensazione. Eppure è proprio il Comune a sopportare i vincoli più pesanti, mentre in altre regioni italiane le attività estrattive prevedono contributi obbligatori a favore dei territori interessati. Una questione che Mallia definisce apertamente “di equità”.
La situazione si complica ulteriormente se si guarda alla nascente Fondazione Scala dei Turchi, il progetto pensato per tutelare e promuovere il sito. Con i vincoli attuali, molte delle attività previste dalla Fondazione rischiano di essere irrealizzabili. «Il territorio rischia di essere bloccato due volte», osserva Mallia: dalla normativa e dall’impossibilità di utilizzare lo strumento che dovrebbe rilanciarlo.
Per questo il sindaco chiede alla Regione un confronto immediato e una revisione urgente delle perimetrazioni, invocando un approccio più equilibrato tra sicurezza e sviluppo. Nella sua lettera parla di “squilibrio evidente” e insiste su una parola chiave: equità. Equità nella gestione del rischio, nella distribuzione dei benefici e nella possibilità di programmare il futuro.
«La Scala dei Turchi è un patrimonio della Sicilia intera – scrive Mallia – ma il territorio che la ospita deve essere messo nelle condizioni di crescere, programmare e prosperare».
In caso contrario, Realmonte rischia di restare intrappolata in un limbo: un luogo magnifico che tutti ammirano, ma che non può crescere. Un paradosso che oggi, nelle parole del suo sindaco, diventa una richiesta chiara di responsabilità e di intervento da parte della Regione.
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp
