La Sicilia è destinata a perdere oltre un milione di residenti, con la popolazione che nel 2065 si attesterà a quota 3.914.003 rispetto agli attuali 5.026.989. Uno spopolamento inesorabile con 23.700 persone che ogni anno fino ai prossimi 47 anni abbandoneranno l’isola. Lo si legge nel rapporto Svimez presentato in queste ore e pubblicato oggi dall’Ansa e da altri organi di stampa.
E’ l’industria ed i lavori pubblici che sostengono la ripresa. Male l’agricoltura in caduta che perde in percentuali rispetto agli anni precedenti.
Altro dato allarmante e’ che sono sempre più siciliani ed particolare i giovani ad abbandonare la Sicilia per cercare fortuna all’estero. Sono stati oltre 44 mila gli emigranti con la Sicilia al primo posto nel Mezzogiorno e la seconda regione in Italia tra il 2012 ed i 2018.
E’ evidente che rispetto alle tradizionali valigie di cartone dei nostri emigrati sono in aumento considerevole i giovani che scelgono di andarsene in possesso di un’elevata preparazione professionale e culturale con una età di laureati che completano gli studi in età avanzata.
Il Ministro per il mezzogiorno, il siciliano Peppe Provenzano afferma : queste analisi devono spingere a un impegno maggiore del governo verso il sud.
Il Rapporto Svimez indica politiche di cambiamento possibile e di rilancio dello sviluppo, nell’interesse dell’intero Paese.
E le analisi Svimez confermano che abbiamo messo a fuoco le giuste priorità, con un corposo capitolo dedicato al Sud: l’accelerazione della spesa dei fondi nazionali di coesione, il sostegno all’industria che innova al rafforzamento della dotazione di servizi nei Comuni del Sud.
Diversa l’analisi del Presidente della Regione Nello Musumeci :
I dati del rapporto Svimez evidenziano, quello che ripeto da anni: per tornare a far crescere il Sud servono investimenti produttivi, non misure come il reddito di cittadinanza, che stanno allontanando dal mercato del lavoro anziché richiamare persone in cerca di occupazione. Le persone fuggono da un territorio quando non vedono prospettive. Il Sud e’ uscito dalle priorità del governo centrale.
Il mio governo sta facendo l’impossibile e i risultati si cominciano a vedere, a partire dal pil che lo scorso anno ha ricominciato a crescere ed anche dalla riduzione del tasso di emigrazione ospedaliera dalla Sicilia.
Il governo nazionale destinerà alla Sicilia nel 2020 poco più di 35 milioni, mentre per la proroga del credito d’imposta per gli investimenti delle imprese per l’intero mezzogiorno si mettono a disposizione soli 674 milioni.
E’ necessario ed urgente che il Presidente del Consiglio convochi un tavolo per il Sud, dove tutte le Regioni siano chiamate a confrontarsi con il Governo nazionale per analizzare la situazione e mettere in campo politiche adeguate alle necessità del meridione, a partire dalle procedure celeri per velocizzare la spesa pubblica.
Se non verrà affrontata con la dovuta serietà, conclude il presidente della regione, rischia di travolgere l’intera Nazione.